La migliore donna dell'umanità

Scritto da Francesco di Maria on . Postato in I miei scritti mariani

 

Per parlare bene di Maria, per dire ogni volta di lei qualcosa di originale non ci si deve per forza spremere le meningi, come capita di fare specialmente a certi accademici di cose mariane inclini ad elaborare discorsi ed interpretazioni che si distinguono più per eccesso di verbosità che per effettiva significanza teologica e spirituale. Avere l’ossessione di dire qualcosa di interessante su Maria non è il modo giusto per favorirne o promuoverne una sempre migliore conoscenza e renderla sempre più amabilmente accessibile ai fedeli.

Non è neppure necessario che si sia particolarmente colti. E’ sufficiente che ci si rivolga fiduciosamente a lei affinché sia lei stessa ad ispirare chi coltiva umilmente il desiderio di farla conoscere ai propri correligionari o anche a persone di diversa confessione religiosa quanto più obiettivamente possibile. In particolare, non ci si deve affannare a trovare parole sempre nuove per dire cose sempre più belle su colei che quasi unanimemente viene riconosciuta come la donna migliore dell’umanità.

Anche le stesse parole, se da lei ispirate sotto l’insistente sollecitazione della nostra preghiera, possono lasciare intravedere sfumature sempre diverse ed inedite della sua vita e della sua personalità. Perché Maria è la donna migliore dell’umanità? Perché è la Madre di Dio. Certo. Ma quelli che non credono che sia la Madre di Dio, di quali indizi potrebbero disporre per convincersi che ella, sia o non sia la Madre di Dio, potrebbe ugualmente essere la migliore donna dell’umanità? Forse per la sua semplicità e per il suo coraggio: ella si fida di quello che ha sentito perché crede fermamente di aver ricevuto un messaggio angelico e quindi divino e in base a questa fede sfida il mondo intero e persino le sue paure personali: di essere lapidata, irrisa, coperta dalla vergogna e dal disonore. Forse anche per la vivacità e la passionalità del suo carattere: percepisce Dio con la stessa ansia amorosa con cui si aspetta che colui che si ama al di sopra di chiunque altro ritorni e faccia finalmente sentire la sua concreta presenza, ama Dio gioiosamente e lo canta apertamente per manifestare a tutti il suo incontenibile seppur consapevole trasporto emotivo verso di lui.

E poi per la sua inappuntabile fedeltà: a Dio per tutta la vita, a Giuseppe come proprio uomo e sposo terreno compatibilmente con il progetto divino di salvezza, per cui Maria non sottostò mai alla tentazione di appartenere carnalmente ad altri uomini non perché sotto questo aspetto frigida e insensibile ma semplicemente perché coinvolta in un voluto e continuo processo di lucida esaltazione mistico-estatica che l’avrebbe condotta a riprodurre perennemente dentro di sé il desiderio di appartenere senza riserve a Dio e a tutti coloro che Dio stesso avrebbe voluto affidare alle sue cure di donna intrepida e di amorevolissima madre.

Ma la stessa combattività di Maria non può lasciare indifferenti coloro che hanno a che fare quasi sempre nel corso della loro vita ordinaria con donne impegnate in cause molto chiassose ma piuttosto mediocri e per scopi spirituali molto più dichiarati che intimamente vissuti e perseguiti. Maria non combatte per motivi prettamente psicologici e soggettivi ma per ragioni spirituali di valore universale: non per interessi particolari, ma per gli interessi di coloro che sono poveri e oppressi; non per le ambizioni di potenti e di ricchi sfondati, ma per i legittimi bisogni di chi ha giustamente fame e sete di giustizia; non per il trionfo di smodate e superbe pretese di superiorità ma a favore di tutti coloro i cui sforzi e le cui capacità spirituali sono ingiustamente misconosciute ed emarginate nella storia degli uomini.      

Infine Maria potrebbe essere ritenuta la donna migliore in quanto, anche rispetto all’oggi che stiamo vivendo, ancora donna ideale e ideale non nel senso astratto di farne quasi una divinità al di sopra della portata degli esseri umani ma nel senso concreto di percepirla come compiutamente donna, come donna capace di realizzare perfettamente tutte le potenzialità proprie della realtà femminile. Donna ideale, dunque, perché ancora più avanti rispetto a tutte le forme storiche in cui fin qui la donna è venuta affermando se stessa e le sue potenzialità, più avanti anche rispetto a quel maschilismo spesso imperante o strisciante che contribuisce non poco ad ostacolare il pieno esplicarsi dell’umanità della donna e a mutilare la sua vera funzione sociale, più avanti infine rispetto a certo femminismo velleitario e utile solo ad alimentare l’orgoglio distruttivo di uomini e donne. Maria è la donna ideale perché parte di Dio che manca ancora nella nostra attuale condizione umana di donne e di uomini e forse anche nella nostra stessa fede; e anche perché  la donna reale finora è stata repressa, svilita e umiliata.

Maria è ancora la donna migliore, è ancora la donna più bella: perché, prima e dopo di lei, persino la migliore donna che sia stata e sia sulla terra non ha avuto e non ha la sua freschezza e il suo coraggio, il suo entusiasmo e la sua audacia esistenziale, il suo spirito di fedeltà e di servizio alle cose del cielo e alle cose della terra. Maria resterà sempre e per sempre la donna più bella affinché non solo le altre donne ma tutti gli esseri umani possano continuare ad apprendere da lei come fare per liberarsi da tutto ciò che limita la bellezza della donna come la dignità di ogni creatura, la maternità della donna come la capacità umana in genere di generare bene e prosperità, la sensibilità femminile come la volontà di giustizia e di pace di ogni uomo. 

Maria è colei che è stata amata ed è amata per sempre da Dio. Credete che Dio, se noi proviamo con tutta l’anima ad amare per sempre Maria, non provi a sua volta ad amare per sempre anche noi? Sí, ma Maria è l’Immacolata, la tutta santa, la tutta pura, noi siamo tutt’altra cosa. Certo, siamo tutt’altra cosa ma chiamati e aiutati da Cristo a diventare tutt’altra cosa da quello che siamo per colpa nostra, quali che siano i punti di partenza, le esperienze, le difficoltà, la conformazione morale e spirituale di ognuno di noi; a diventare qualcosa che somigli per l’appunto a ciò che è stata ed è ormai gloriosamente per l’eternità il suo capolavoro, Maria.

 Come ha scritto recentemente Ermes Ronchi, non dobbiamo peraltro dimenticare che «Immacolata non significa preservata dalla lotta. Anche Lei ha lottato con il serpente, ha conosciuto la fatica del credere, la crescita nella fede, la noia del quotidiano, il dolore lacerante e poi l’abbraccio pacificante. Immacolata non significa senza tentazioni o senza fatica del cuore. Anche Eva era immacolata, eppure è caduta, con il cuore diviso» (L’Immacolata e la nostra umanità. Nemica del male amata per sempre, in “Avvenire” dell’8 dicembre 2009).