Maria paladina della famiglia

Scritto da Francesco di Maria on . Postato in I miei scritti mariani

 

La famiglia di Gesù, Giuseppe e Maria, è detta sacra perché  è espressione della santità incarnata di Dio, è manifestazione del sovrannaturale calato nei processi della vita naturale degli uomini, è segno emblematico dell’origine e delle finalità divine della famiglia come di ogni altra forma di vita associata che in essa ha la sua cellula primaria. Questa famiglia è sacra perché, se Gesù è il Figlio unigenito di Dio che nasce in una famiglia umana per santificarla e conformarla alla volontà divina oltre che per compiere la sua missione universale di salvezza, Maria è la coscienza e la voce più alte di un’umanità in perenne attesa di Dio e di un Dio che non ne tradisce le radicali aspettative di liberazione incarnandosi proprio nel grembo verginale della giovinetta di Nazaret, mentre Giuseppe asseconda il piano divino dicendo di sí sia al suo Signore sia alla sua Maria.

La famiglia della madre di Gesù, considerata nella sua sacralità e santità, non si sovrappone alla normale e naturale famiglia umana; è una famiglia certo privilegiata ma il suo privilegio consiste solo nell’affrontare le terribili prove della vita con la consapevolezza che Dio è o resta comunque vicino ai suoi “poveri” e ai suoi figli più degni e non permette che essi finiscano disperati nel nulla. In questa famiglia la fede è vitale come l’aria, per cui non si pensa e non si agisce, non si ama e non si spera, non si fa mai nulla a prescindere dalla fede.

Le stesse tensioni familiari, le stesse inquietudini esistenziali, gli stessi momenti di paura e di angoscia, tutto è filtrato, è mediato dalla fede, che non annulla o non riduce la tragica pesantezza del vivere ma assegna ad ogni accadimento e specialmente agli accadimenti più tristi e drammatici un preciso significato, un particolare valore che trovano la loro giustificazione nella certezza spirituale che oltre questa vita di dolore e di lutto c’è ancora vita, c’è ancora una vita di eterna felicità.

Per questo Maria non è sposa e madre di una famiglia irreale, di una famiglia che i comuni mortali non possono abitare e sperimentare nel corso della loro vita terrena, ma di una famiglia reale, normale, ordinaria, comune, resa straordinaria solo dalla presenza e dalla condivisione in essa di una fede che ne lenisce turbamenti e affanni, ne alimenta speranze e aspettative, ne neutralizza ricorrenti e inevitabili tentazioni di resa incondizionata al dubbio e alla disperazione.

Maria è sposa e madre di famiglie già seriamente avviate alla santità come di famiglie esistenzialmente lacerate e spiritualmente distrutte o dissestate, operando nel primo caso per conservarne e potenziarne la fede pur attraverso esperienze di vita impegnative o dolorose e nel secondo caso per sollevarle da condizioni apparentemente irreversibili di degrado materiale e spirituale.

La santa religiosità della famiglia in cui Maria ha protetto ed educato Gesù per un certo periodo di tempo insieme a Giuseppe, da una parte è alternativa alla irreligiosità di tante famiglie “pagane”, dall’altra è il più salutare antidoto spirituale alle o per le evidenti tendenze disgregatrici che vi agiscono. Le virtù e l’amore che circolano nella famiglia di Maria non sono peraltro limitati alle tre persone che la compongono ma sono suscettibili di espandersi significativamente anche verso altre famiglie in virtù della benefica azione dello Spirito Santo e di un sincero e reiterato desiderio di poterli fare propri attraverso la preghiera incessante e un esercizio continuo di sana spiritualità attiva e contemplativa.

Perciò, non c’è famiglia umana che, volendo, non possa trovare in Maria anche la sua mamma, la sua assistente, la sua consigliera, la donna sempre pronta ad aiutare chiunque si predisponga o si sia già predisposto ad offrire la sua vita, le sue sofferenze, le sue speranze, i suoi stessi limiti, al Signore, con inequivoca coerenza di fede.

Ogni famiglia è potenzialmente sacra agli occhi di Dio perché destinata ab aeterno ad assolvere la funzione di formatrice della comunità umana in tutte le sue articolazioni. In questo senso, guai a mettere in discussione, secondo la moda che oggi ha preso piede, la famiglia nella sua configurazione naturale, ovvero come realtà fisica e spirituale costituita da un uomo, da una donna e da figli, perché ogni violazione al riguardo potrà forse venire tollerata o addirittura favorita dagli uomini ma non potrà sottrarsi al severo giudizio di Dio.

Qui ritornano in mente le significative parole pronunciate recentemente dal cardinale José Saraiva Martins: poiché il Redentore «è nato in una famiglia», la famiglia, per chi vive e costruisce nella volontà di Cristo, «è una comunità di fede, una comunità di preghiera, una comunità di carità». Il che significa che «la famiglia è il luogo naturale della presenza di Dio, quasi una chiesa domestica» (P. Schiavella, Famiglia luogo naturale della presenza di Dio, in “Zenit” del 4 gennaio 2013).

Chi ritiene vere queste parole non potrà non trovare in Maria anche una strenua ed appassionata paladina della famiglia umana non deturpata dalle perverse deviazioni dello spirito umano. Ella, finché sulla terra ci saranno uomini e donne che con cuore sincero ne invocheranno la presenza non solo nelle vicende della propria vita ma anche in quelle dell’intera umanità, non permetterà alle forze irrazionali e malefiche che imperversano nel mondo di manipolare e distruggere ciò che Dio ha creato per l’utilità e la felicità del genere umano.