Maggio, il mese di Maria
Come spiegava anni or sono una pia suora carmelitana, maggio sin dall’antichità è il mese dell’amore non solo o non tanto per motivi “romantici” quanto perché è il periodo dell’anno che, seguendo ai rigori invernali cui con il diffondersi del Cristianesimo si aggiungono storicamente i rigori quaresimali e coincidendo con la primavera e quindi con la rinascita della natura a nuova fioritura unitamente al tempo pasquale e alla sua carica di profondo e radicale rinnovamento spirituale, diventava il tempo più propizio per incontri tra giovani, per lo sbocciare di rapporti affettivi e sentimentali e progetti matrimoniali. Sarebbe stata la cultura colta e popolare a mettere a fuoco questo stretto nesso tra il mese di maggio e l’amore, contribuendo a radicarlo nell’immaginario collettivo.
Inoltre è anche il mese delle rose, in quanto, una volta e a differenza di quanto accade oggi, le rose fiorivano solo nel mese di maggio, il che le rendeva particolarmente preziose e funzionali al culto della Mater pulcherrima alla quale venivano offerte come segno di profonda e sincera devozione enormi carichi di rose dovunque si trovasse una sua icona.
Ma fu nel Medioevo che venne sviluppandosi la devozione mariana attraverso un progressivo dirottamento dell’ammirazione per la “donna angelicata” quale si era venuta delineando nel “Dolce Stil Novo” verso la figura di Maria, Madre di Cristo e di Dio, che cosí, dopo essere stata per i primi secoli dell’era cristiana solo oggetto di riflessione teologica, diventava anche oggetto di intenso e delicato amore filiale.
E’ soprattutto da quel momento che i credenti, a cominciare dai santi, presero a rivolgersi a Maria come veri e propri innamorati, e che tutto, dalle cattedrali alle opere d’arte, dai sermoni alle composizioni poetiche, dalle feste popolari alle processioni religiose, fosse concepito e vissuto pensando a Maria. Non è eccessivo affermare che Maria fosse allora la regina del Medioevo, tant’è vero che l’appellativo Madonna nasce proprio in epoca medievale: Mea Domina ovvero Mia Signora, che poi sarebbe diventata nelle varie lingue Notre Dame, Our Lady, Nuestra Señora, Nossa Senhora.
Ecco allora che, essendo maggio il mese dell’amore e Maria la donna più amata, non poteva non determinarsi storicamente quel bellissimo e memorabile abbinamento tra il mese di maggio e Maria, donde ancora oggi maggio è il mese di Maria.
E’ da allora che, sia pure in forme sempre nuove, si sarebbe registrata storicamente, per usare le testuali parole della suora carmelitana sopra ricordata, «questa armoniosa confluenza fra elementi naturali, sociali, teologici, affettivi... davvero ogni volta che avviene questo felice sposalizio fra cielo e terra, fra umano e divino, si ha un piccolo, scintillante corollario del mistero dei misteri, il mistero fondante della nostra fede e cioè l'Incarnazione». E sempre nel Medio Evo nasce il Rosario: «siccome alla donna amata si offrono ghirlande di rose, ecco che a Maria si offrono ghirlande di Ave Maria. Il legame del Rosario con maggio (anche se non è l’unico che caratterizza questa preghiera mariana) è evidente, se non altro nella denominazione».
Nel ’500 un predicatore e pastore di anime come san Filippo Neri difese con grande energia il maggio mariano dallo straripante carattere pagano delle feste primaverili, e tra ’600 e ’700 fu tutto un proliferare di pubblicazioni, preghiere, canti e pratiche devote, ad assicurare grande visibilità al mese di maggio come mese della Vergine Maria.
L’800 conobbe decenni di oscuramento di questa stupenda tradizione, e la stessa cosa accadde nella prima metà del ’900, ma successivamente ci sarebbe stato un grande ritorno popolare ed ecclesiale a maggio mese mariano. Non è mai stato possibile rispondere con assoluta precisione storica alla domanda: quando è nato il maggio mariano? Ma, come ancora una volta osserva la suora che ci ha consentito di soffermarci su questo suggestivo argomento, «è bello che sia cosí: perché abbinare maggio alla Madonna, non fu l'intuizione di un singolo, ma un'esigenza del cuore di tutto un popolo, semplice e innamorato».