Grazie Maria
Quante volte te l’hanno detto grazie? Infinite volte, certo. In ogni tempo moltitudini di uomini e di donne ti hanno pregato, ti hanno implorato, ti hanno lodato, ti hanno venerato e molto spesso ti hanno ringraziato non solo o non tanto per le molteplici grazie da te pure frequentemente concesse quanto per il fatto stesso di essere stata un’abitante di questa terra, una creatura di questo mondo. Non c’è infatti generazione che non ti abbia chiamato e non ti chiami “beata” per essere stata visitata da Dio in persona, per essere stata da lui ritenuta degna di concepire nel tuo santissimo grembo il suo Figlio unigenito, per essere divenuta sede privilegiata dello Spirito santo, per essere stata assunta al ruolo di indispensabile collaboratrice del divino progetto di salvezza, per essere stata divinamente catapultata nella storia umana allo scopo di riportare il cielo di Dio sulla terra degli uomini e la terra degli uomini dentro il cielo di Dio.
Quante volte ti sei sentita ringraziare per aver condiviso e aver consentito a Dio stesso di condividere bisogni, pene, gioie e speranze carnali dell’umanità pensante e sofferente, per aver vissuto con il tuo cuore sempre accanto al cuore di Dio in un mondo non di rado inospitale e ostile ma anche in un mondo ricco di umanità inespressa o repressa, di umanità oscurata dal peccato ma perennemente anelante alla luce e al calore della sapienza e della misericordia divine! Per aver difeso, come donna perennemente al fianco del suo Cristo, i tuoi simili da molteplici forme di schiavitù, di follia e di aberrazione, e averli sostenuti con il tuo stesso esempio oltre che con prodigiose opere a loro favore sia nei momenti di gioia che nei momenti di disperazione.
Senza di te chissà quanto tempo ancora il genere umano avrebbe dovuto aspettare prima di sapere con assoluta certezza (assoluta perché basata sulla testimonianza di un essere umano che dice le cose che vede e sente con gli occhi e le orecchie innocenti di un bambino e non con lo sguardo autoreferenziale e sospettoso del dotto che più che sperimentare in sé il divino ne parla attraverso complesse, sofisticate e talvolta mistificanti costruzioni concettuali) che Dio è dalla parte degli umili e che desidera essere lodato solo da chi ha il cuore veramente umile per poter riconoscere la sua vera grandezza e dilatarne a dismisura con la preghiera e la lode la sua già infinita potenza; senza di te le persone piccole come te, semplici e servizievoli come te, socialmente umili come te, anche se come te non ingenue e sprovvedute ma talvolta persino dotate di porzioni rilevanti di munifica sapienza divina, non avrebbero potuto contare sull’amore di persone importanti e potenti, né sulla protezione e sull’assistenza di alcuno.
Senza di te, come potremmo esser certi ancora oggi che Dio fa cose grandi in chi vuole, come vuole e quando vuole, all’unica condizione di trovare un cuore docile alla sua parola e alla sua volontà, e che i suoi figli preferiti sono i più umili, i più sinceri e pronti nel servire il prossimo, i più capaci di rinunciare a tutto tranne che a lui stesso e proprio in funzione di un incontenibile bisogno umano e spirituale di appartenergli per sempre?
Non è dato sapere esattamente se nel corso della storia la tua popolarità sia stata e sia pari alla fede con cui sei stata e vieni ancor oggi percepita in tutte le parti del mondo, ma è comunque grazie a te che è venuta radicandosi nel cuore di molti di noi la speranza e la convinzione che, come recita il tuo Magnificat, in particolare nella recente e “attualizzante” traduzione della Comunità monastica di Bose, il Signore non sia sempre e comunque al di sopra delle parti ma prediliga schierarsi dalla parte di coloro che nel mondo sono ingiustamente sconfitti e umiliati e non di coloro che nel mondo vincono e prevalgono con la furbizia e con mezzi illeciti, con la prevaricazione e la cortigianeria, con la violenza e con il potere usato a fini di dominio personale o di gruppo.
Con te ancor oggi siamo certi che Dio non ama i potenti, i piccoli e i grandi potenti operanti in tutti gli ambiti storico-mondani, che non si convertano con i pensieri e le opere al suo volere, e nei loro confronti, come tu canti, Egli prima o poi «interviene con la forza del suo braccio» disperdendo tutti coloro che sono accecati dalla superbia «nei pensieri del loro cuore». Con te anche noi possiamo credere che il Dio della verità, della misericordia e della giustizia, è molto prodigo verso i suoi poveri, coloro che tali sono sia nel senso materiale dell’indigenza economica o della sobrietà del vivere e di qualsivoglia privazione ingiustamente sperimentata oppure liberamente offerta in una generosa oblazione di sé in questo mondo, sia nel senso spirituale del sentirsi sempre inadeguati e limitati in termini di carità verso gli uomini e di capacità di corrispondere all’amore e al perdono di Dio, e perciò anche continuamente bisognosi della sua misericordia.
Sí, non per odio verso alcuni ma per amore verso tutti, tu ci hai insegnato a credere e a ripetere che Dio «ricolma di beni gli affamati» mentre «rimanda i ricchi a mani vuote», cosí come «abbatte i potenti dai troni e innalza gli umili». Con queste parole tu chiaristi anzitempo il senso e la portata dell’opera salvifica di Cristo, sollecitando in pari tempo ogni suo seguace a concepire la propria esistenza come lotta pacifica ma determinata contro ogni forma di peccato e a favore di ogni forma di liberazione individuale e collettiva tanto sul piano spirituale quanto su quello politico, economico e sociale. Per questo l’umanità e in modo speciale la stessa Chiesa di Cristo non potranno mai cessare di elevare a te lodi di amore e di gratitudine.
Ma sono stati e sempre saranno soprattutto i peccatori incalliti come me, che tu hai voluto misteriosamente condurre, al di là di loro persistenti cadute quotidiane, ad una stabile e dignitosa conversione a Cristo Gesù, ad amare te più della loro stessa vita e a dirti semplicemente, col cuore costantemente dilatato di commozione e di gioia: grazie Maria. Grazie delle grazie che hai voluto concedermi, grazie della forza spirituale di cui mi hai armato, della consapevolezza che instilli in me ogni giorno di più consentendomi di scoprire la mia nullità oltre ogni retorica ed ogni finzione intimistica; grazie della speranza infine, che mi hai dato e mi dai, di poter abitare un giorno nello stesso Regno in cui abiti tu.