In rete un nuovo blog politico cattolico

Scritto da Francesco di Maria .


Da oggi www.vangeloedemocrazia.it (blog per un cattolicesimo politico radicato nel vangelo) è on line.

Il laico Paolo Flores d’Arcais può dire tutto quello che vuole, come ognuno di noi; può dire anche che la democrazia non solo non ha bisogno di Dio ma che la fede in Dio è esattamente antitetica alla fede nella democrazia, in quanto non sarebbe possibile che un cittadino faccia contemporaneamente riferimento a due autorità, quella divina e quella popolare, che sarebbero  tra loro incompatibili (come scrive nel suo libello La democrazia ha bisogno di Dio! Falso, Laterza, 2013). Non c’è da peritarsi di confutare l’asserzione di questo filosofo italiano, smisuratamente fiducioso nella sua intelligenza, perché asserzione dotata di una natura iperdogmatica talmente evidente da non meritare di essere chiosata.

Ma, dogmatismo per dogmatismo, io mi limito ad osservare che il suo dogmatismo laico e scientista non è certo superiore al mio dogmatismo religioso e cristiano, anche perché quel che proprio non riesce a capire il direttore della rivista “Micromega” è che per molti di noi il corpus evangelico e cristiano non ha a che fare con la mitologia ma con la razionalità, costituendo anzi esso stesso un paradigma oltremodo significativo, anche solo storicamente, di razionalità.

Si potrà certamente credere anche o solo in altri paradigmi di razionalità ma negare che quello evangelico-cristiano non sia comunque un paradigma di razionalità è semplicemente sciocco ed insensato. Chi potrebbe infatti negare che gran parte del pensiero e della civiltà occidentali siano permeati da quel modello di razionalità e che lo stesso sapere scientifico moderno, per quanto talvolta ingiustamente ostacolato dalla Chiesa, non è affatto contraddittorio rispetto al cristianesimo?

Peraltro, d’Arcais interpreta a modo suo la separazione stabilita da Gesù tra Cesare e Dio, per cui la fede, secondo lui, dovrebbe essere relegata nel “privato” ed essere bandita dal “pubblico” e quindi anche da una società e da una partecipazione politica di tipo democratico. In realtà, con quella separazione Gesù intese significare che lo Stato, con le sue leggi e i suoi ordinamenti, può legittimamente pretendere obbedienza dai sudditi o dai cittadini perché il bene comune non può essere assicurato e tutelato senza leggi, senza ordinamenti e senza esercizio dell’autorità e della forza, ma che d’altra parte lo Stato avrà nei sudditi o nei cittadini credenti degli irriducibili benché pacifici avversari tutte le volte che esso vorrà adottare misure giuridico-legislative volte non solo a disconoscere ma a violare palesemente precisi princípi morali e religiosi quali la dignità della persona e la difesa della vita in tutte le sue fasi e sotto ogni aspetto, pur alla luce degli specifici contesti storici in cui esse si collocano, e diritti umani quali la libertà religiosa e la libertà di coscienza e di espressione, la libertà per ognuno di concorrere alle decisioni pubbliche e al bene comune secondo le idealità e i valori in cui crede.

Come cittadino il cristiano deve essere fedele alle leggi dello Stato, come uomo egli deve essere fedele alle leggi di Dio, fermo restando che l’uomo implica il cittadino ma che il cittadino presuppone l’uomo e che, in caso di conflitto tra le cose di Dio e le cose di Cesare, ovviamente l’uomo cristiano deve prevalere sul cittadino cristiano, o meglio il cittadino cristiano deve conformarsi all’uomo cristiano.

In sostanza, nell’ottica evangelica il cristiano, sia nei confronti di Dio che nei confronti dello Stato, deve assumersi le responsabilità di pensiero e di azione che gli derivano dalla sua fede e da una fede rettamente intesa, mostrandosi certo rispettoso dello Stato ma non della statolatria, dell’“autonomia del politico” rispetto alla fede e a qualsivoglia confessione etica o religiosa ma non della sua “assolutizzazione” rispetto ad elementari princípi etici e ad universali diritti degli uomini.

Cesare è altro da Dio relativamente all’organizzazione statuale, basata anche sull’uso legittimo della forza, che decide liberamente di darsi per rendere possibile l’umana convivenza, ma Cesare non è libero di violare o calpestare la libertà e la dignità della persona quale che sia il suo credo morale o la sua fede religiosa, né di pretendere la sottomissione della fede alla ragion di Stato, foss’anche la contemporanea ragion democratica di Stato. Bisogna evitare al tempo stesso ogni confessionalizzazione dello Stato e ogni violazione o politicizzazione della religione.

La distinzione di Gesù resta oggi più che mai attuale o, per usare un termine nietzscheano, attualmente inattuale: si pensi sia a talune pretese ecclesiastiche di godere di particolari benefici di Stato e di interferire nelle cose temporali al di fuori di ogni collegamento con la lettera e lo spirito del vangelo, sia anche a certe odierne pretese statuali di legiferare anche in opposizione a precise “leggi di natura” che, “scritte nel cuore degli uomini”, sono “oggettive” e preesistono alle “leggi positive” prodotte dallo Stato nei suoi vari ambiti legislativo, giudiziario o comunitario.

Dal sostanziale disconoscimento di tali leggi naturali consegue talvolta la tendenza degli Stati democratici occidentali a riconoscere legislativamente ma illecitamente come “diritti” pure e semplici rivendicazioni individuali o di gruppo che, indebitamente incluse nella categoria delle cose normali e giuridicamente rilevanti sotto la forte pressione di potenti lobbies e di imponenti apparati massmediatici pur essendo invece patologiche o arbitrarie, risultano prive di qualunque fondamento razionale e morale: si pensi a tante problematiche legate alla bioetica o a presunti diritti come quelli relativi al divorzio, all’aborto, alle coppie omosessuali, o alla determinazione della propria identità sessuale. E’ altresí evidente che in tali ambiti siano possibili casi particolari, eccezioni, che andranno distintamente studiati e risolti, ma eccezioni in nessun caso suscettibili di diventare regola o legge.

Ma, poiché non si danno valori più importanti e valori meno importanti o “negoziabili”, anche quando accade che gli odierni regimi democratici si trasformino in governi tecnocratici, spesso in funzione e al servizio di potenti oligarchie finanziarie, la distinzione di Gesù è lí ad ammonire che non si può essere attivamente o passivamente condiscendenti nei confronti di uno Stato che si disinteressi alle concrete condizioni di vita dei suoi cittadini più poveri, più deboli e più indifesi. E, ogni volta che le cose di Dio confliggono con le cose dello Stato, i cattolici non possono tacere ma devono dissentire pubblicamente cercando di far valere anche il proprio peso politico-elettorale al fine di condizionare utilmente o di far revocare determinate scelte legislative dello stesso Stato democratico.

Ecco perché la democrazia ha decisamente bisogno di Dio e di cattolici che prendano veramente sul serio Dio, Cristo e i loro insegnamenti salvifici. Ma poiché è molto dubbio che, in base ai loro modi di ragionare e di comportarsi, la maggior parte di cattolici oggi impegnati in politica, come rappresentanti del popolo nelle sedi istituzionali oppure come semplici cittadini, stiano prendendo veramente, rigorosamente sul serio Dio e il suo vangelo, ho pensato che forse fosse tempo di dare un segnale diverso circa la presenza dei cattolici in politica e di proporre, per mezzo di un blog politico, una diversa idea di testimonianza e di impegno cristiani anche sul piano politico.

Per me non si è trattato di passare dall’esperienza spirituale di “Fogli Mariani” ad una più significativa e concreta esperienza di natura politica, perché anzi senza “Fogli Mariani” non mi sarei mai sentito motivato ad assumere un impegno esplicitamente politico, ma al contrario di scendere nella difficile arena politica in virtù di quella stessa esperienza spirituale e quasi spinto da essa ad assumermi specifiche responsabilità politiche. Quindi non di una transizione si tratta ma di un viaggio spirituale che vorrebbe continuare anche in ambito specificamente politico: non però di un viaggio ad ogni costo ma condizionato dalla possibile o reale volontà di un certo numero di miei fratelli e sorelle di fede di condividerlo con me.

Abbiamo sentito dunque questo dovere politico non senza o oltre “Fogli Mariani” ma con e per mezzo di “Fogli Mariani”, per non restare evangelicamente estranei nel pur delicato ambito della politica attiva o militante alla difficile e prolungata crisi del nostro tempo e per evitare che la fede cattolica continui ad essere soggetta ad indegne manipolazioni e volgari strumentalizzazioni.

Non abbiamo grandi aspettative né grandi ambizioni: ci è solo sembrato doveroso prendere l’iniziativa, perfettamente consci del fatto che, anche in questo caso, andremo dove il Signore ci farà arrivare e faremo tutto ciò che il Signore ci consentirà o ci ispirerà di fare, da soli o insieme a quanti, cattolici o laici non credenti, vorranno condividere lealmente e senza secondi fini, in toto o in parte, i nostri propositi e i nostri programmi. Per amore dei nostri e loro simili meno protetti e meno rappresentati. Da oggi www.vangeloedemocrazia.it (blog per un cattolicesimo politico radicato nel vangelo) è in rete. Se volete, potrà essere il nostro, il vostro blog di riferimento.