Maria tra corano e vangelo

Scritto da Francesco di Maria on . Postato in I miei scritti mariani

Nel Corano si parla di Maria come di una “profetessa” ma non certo come “madre di Dio”, perché nei testi coranici un’affermazione del genere è considerata “una grave bestemmia”, non meno grave di quella secondo cui Gesù, che i musulmani riconoscono inviato da Allah a completare o perfezionare la legge ebraica, non sarebbe solo un uomo, per quanto santo, ma addirittura “Figlio di Dio” e dunque Dio egli stesso. Dunque, per i musulmani Maria, al pari di Gesù, sarebbe una donna profondamente sottomessa e fedele a Dio, molto rispettosa della sua legge, ma non sarebbe dotata di quelle qualità sovrannaturali che le vengono attribuite dai cristiani.

Jacques de la Bastide, presidente dell’Association Marie de Nazareth che ha sede proprio a Nazaret, ha scritto che «il mondo musulmano nutre una devozione straordinaria per Maria», perché ella «nell’islam è la donna ideale, è la donna tutta pura, colei che incarna l’ideale del bello». Quindi, i musulmani venerano profondamente Maria, ma non in quanto “madre di Dio” bensí in quanto modello alto e irraggiungibile di donna, come la più pura e virtuosa di tutte le donne, come l’incarnazione stessa dell’ideale umano di bellezza, come la donna più vicina a Dio e alla sua volontà.

Dev’essere ben chiaro questo punto: il corano celebra indubbiamente Maria e le sue eccelse virtù umane e religiose, dedicandole tutta la sura 19, ma sempre e solo come donna, e può anche darsi che abbia ragione Omar Masalha, ex direttore del Dipartimento francese dell’UNESCO, nel ritenere che Maria, secondo il corano, sia «la donna più venerata sulla terra», nonché un importante punto di incontro e di dialogo per cristiani e musulmani, ma non meno importante è precisare che le motivazioni di questa loro comune venerazione sono profondamente e significativamente diverse.

Infatti, tenendo presente che la concezione coranica del rapporto tra uomo e donna è, se non esplicitamente misogina, quanto meno fortemente gerarchica, nel senso di una subordinazione sostanziale della donna all’uomo, secondo quanto emerge chiaramente, anche a prescindere dalla poligamia prevista e ritenuta lecita dal Corano, dalla sura 4-versetto 34, (in cui si legge che Allah concede una preferenza agli uomini rispetto alle donne, tanto che ai primi viene comandato di “ammonire quelle di cui temete l’insubordinazione”, di lasciarle “sole nei loro letti” e di “batterle” sino a quando non si predispongano ad obbedire appunto ai loro uomini (traduzione di Alessandro Bausani, insigne islamista italiano e uno dei massimi islamisti del mondo), è molto difficile non vedere come la celebrazione coranica di Maria di Nazaret in realtà rifletta la concezione islamica tendenzialmente sessista e strumentale della donna in genere.

Anzi, nei testi coranici si loda e si venera con particolare amore la madre di Gesù, cosí cara ai cristiani, principalmente per accreditare agli occhi del mondo l’immagine di una donna sottomessa e pia più che libera e responsabile, di una donna capace più di reprimere le sue pulsioni sessuali che non di essere consapevole della sua corporeità e di esercitare liberamente la sua sessualità, più di interiorizzare coattivamente il principio del dovere e di fedeltà al proprio uomo che non di esprimere liberamente i propri pensieri e i propri sentimenti in relazione a qualsivoglia problematica della vita umana e della stessa vita affettiva o coniugale.

Viceversa, i cristiani che amano e invocano Maria la amano perché donna libera, intrepida, audace, coraggiosa più di tanti uomini solo unilateralmente o occasionalmente coraggiosi, ricca di personalità e di spiritualità non smorta e rassegnata ma cosí attiva, combattiva e fiduciosa da meritare il privilegio di una maternità divina. I cristiani non venerano Maria semplicemente perché è stata la più santa di tutte le donne, nell’implicito senso islamico di una chiusura claustrale alla vita reale o di una mortificante passività esistenziale, ma perché la donna Maria, per amore verso Dio, è stata cosí temeraria e spregiudicata da esporsi ai peggiori rischi cui una donna del suo tempo potesse esporsi, cosí libera risoluta e ardimentosa da meritare di essere la benedetta di Dio tra tutte le donne e la creatura più innocente e più degna di accogliere nella sua anima e nel suo stesso corpo il suo Dio, che si fece uomo per fare in modo che le creature umane, anche in virtù dell’incondizionata accoglienza mariana del divino, potessero divinizzarsi e tornare a godere di quella vita immortale cui originariamente erano stati destinati.

Per i cristiani, Maria è da venerare non secondo la pedagogia mistificante di quanti, islamici e non, l’assumono come modello di una vita femminile remissiva e predisposta ad assecondare desideri o voglie maschili di infima natura, ma secondo la pedagogia santificante di quanti in lei riconoscono un modello esaltante e impareggiabile di umanità predisposta ad essere tutt’uno con la realtà divina, sino al punto di essere eletta da Dio stesso quale mediatrice creaturale tra il Cielo e la Terra, tra l’eterno e il tempo.

La mediazione umano-divina ma non creaturale di Cristo presuppone infatti la mediazione creaturale di Maria. Se Maria non avesse inondato il cuore di Dio del suo amore viscerale e incontenibile, Dio probabilmente non si sarebbe deciso a salvare l’umanità addirittura per mezzo dell’inaudito sacrificio salvifico di se stesso nella persona storica del suo Figlio unigenito. E’ lei che, con la sua fede incrollabile e adamantina, con il suo appassionato confidare nella misericordia e nella giustizia divine, ha smosso il Signore da un suo iniziale pentimento per aver creato un’umanità troppo poco amorevole e riconoscente, inducendolo a riacquistare fiducia nelle sue creature e a beneficarle con l’opera salvifica del suo Cristo.

Maria, perciò, è stata la prima mediatrice tra genere umano e Dio, e la sua opera di mediazione è risultata talmente efficace da ottenere una mediazione ancora più potente dalla parte di Dio, attraverso per l’appunto l’incarnazione, la morte e la risurrezione del suo e nostro Messia Gesù. La mediazione salvifica è stata quella di Cristo, ma senza la mediazione creaturale di Maria Dio forse non avrebbe sentito la necessità di inviare il suo mediatore divino tra gli uomini.

I cristiani sanno che devono la loro salvezza a Cristo, ma onorano Maria perché sanno che senza la sua continua mediazione-intercessione, prima presso il Padre e successivamente anche verso il Figlio, non avrebbero avuto e non avrebbero sufficientemente ampie possibilità di salvarsi. Maria, pertanto, è inseparabile dalla figura del figlio Salvatore e non potrebbe agire ancor oggi nella storia umana se non nel nome, per conto e in funzione di Gesù Salvatore. Ove sia onorata e invocata in questa veste, ella è certamente felice di potersi rendere utile alle creature in cammino verso la patria celeste, mentre è del tutto indifferente agli apprezzamenti e alle preghiere di chi la consideri una donna santa solo dal punto di vista di determinate e meschine convenienze umane di natura prevalentemente maschile.

L’islam corrisponde ad una logica umana di potere e sopraffazione, per questo non può riconoscere che Gesù sia il Dio incarnato, Salvatore dell’umanità, né che la madre sua sia in realtà Madre di Dio legittimata ad intercedere presso Dio secondo gli insegnamenti del Figlio: riconoscere tutto questo significherebbe riconoscere la natura mendace della sua dottrina, la strumentalizzazione del sacro a fini di potere o dominio personale. Di più: significherebbe riconoscere che quella cristiana è stata l’ultima e più completa rivelazione di Dio e che effettivamente extra Ecclesiam nulla salus, nessuna possibilità di salvezza al di là dei precetti evangelici.

L’islam rimane fermo per un preciso calcolo politico ad un Dio semimpersonale che si sarebbe rivelato per la terza e ultima volta al suo ultimo profeta Maometto: impedire al cristianesimo di estendersi in tutto l’Oriente e ai missionari cristiani di evangelizzare milioni di arabi, anche al fine di scongiurare un inevitabile asservimento della penisola arabica agli interessi del mondo occidentale, anziché a quelli dei califfi o degli emiri musulmani. Come avrebbe potuto l’islam conferire a Gesù un ruolo salvifico e a Maria un ruolo di intermediazione fra l’uomo e il suo Signore, benché a dire il vero un culto speciale sia tributato a Maria in alcuni santuari di Algeri ed Efeso o in qualche città del Pakistan (presso cui musulmani e cristiani si recano insieme a venerarla) e in alcuni gruppi marginali dell’Islam sciita dove  Maria viene inserita in pratiche devozionali accanto a Fatima, la figlia prediletta di Muhammad, e ai due figli di questa, a differenza di quel che accade in ambito sunnita i cui modelli femminili sono invece le due mogli di Maometto, ‘A‘isha e Khadîja, dal momento che il prototipo di spiritualità coranica è letteralmente infarcito di una perversa e incontrollata passione per le cose finite ed effimere di questo mondo, non a caso poi ipostatizzate in una metafisica di eterno godimento edonistico e sensuale?

Ciò non toglie che anche secondo la teologia cattolica Maria, per volontà di Gesù, sia la Madre non solo dei cristiani ma di tutta l’umanità, a prescindere dalla storia di ogni singolo e di ogni popolo, a cominciare proprio da quei suoi figli ancora in errore che ancora non hanno avuto l’opportunità o la volontà di conoscere la bellezza e la grandezza del messaggio salvifico del suo amatissimo Figlio, il quale è morto per tutti gli esseri umani senza distinzioni di razza, di religione o di culto, è morto perché, prima o poi, tutti riconoscessero la sua divina sovranità e potessero a lui convertirsi sia pure attraverso processi storici e spirituali alquanto difficili, tortuosi e drammatici.

Ecco perché i cristiani non devono odiare gli islamici in quanto persone, in quanto fratelli e sorelle in cui, nonostante la loro eresia, continua a soffiare lo Spirito Santo orientando i  pensieri e gli atti di molti di loro, a dispetto della loro stessa dottrina, verso il bene e la riconciliazione nel perdono e nell’amore con la restante parte dell’umanità, sebbene gli stessi cristiani siano tenuti ad onorare e servire il loro unico e vero Dio senza predisporsi per meri motivi pragmatici o utilitaristici ad un dialogo con la presunta religione islamica, vista la totale oggettiva incompatibilità tra fede islamica e fede cristiana, e a testimoniare la loro fede in modo coerente sino ad una possibile effusione di sangue (martiría cruenta).

I cristiani devono pregare Dio e la sua santissima Madre per i propri nemici e i propri persecutori, senza tuttavia rinunciare a difendersi e a chiedere ai Cesari di tutto il mondo di adoperarsi per un’adeguata tutela della vita e dei beni dei loro cittadini, e dei cittadini o dei sudditi di ogni altra parte del mondo, in presenza di eventuali fenomeni di intolleranza e di aggressività anche armata che sono purtroppo tipiche della mentalità islamico-coranica non già nelle sue forme deviate o deteriori ma proprio nei suoi originali e fondativi nuclei dottrinari.

I cristiani non devono mai disperare del fatto che la loro Madre celeste da una parte li protegga sempre dalle forze irrazionali della storia e dalla malvagità di quanti siano posseduti stabilmente da Satana, e dall’altra agisca nel cuore di quanti ancora, per errore inconsapevole o deliberata volontà, si attardano nel professare un credo non solo blasfemo o idolatrico ma anche antitetico al progresso materiale e spirituale dell’umanità, senza dimenticare che ella non è meno instancabile nel vigilare e nell’intervenire sulla inquieta e peccaminosa condotta di coloro che altrove, in modo spesso contraddittorio e ipocrita, si professino cristiani.

Beati quei cristiani e cattolici che, come san Bernardo di Chiaravalle, siano convinti che Maria «apre l'abisso della misericordia di Dio a chi vuole, quando vuole e come vuole; cosí che non vi è peccatore, per quanto iniquo sia, il quale si perda, se Maria lo protegge» (De laudibus Virginis Matris), e che, come sant’Alfonso Maria de’ Liguori, a lei si rivolgano oranti in questi termini: «Saresti in grado di ottenere la grazia anche per Lucifero in persona, se quello spirito superbo si umiliasse di fronte a Te!» (Le glorie di Maria, cap. II).

Dietro la grande e rovinosa eresia islamica si cela in realtà proprio Lucifero in persona, lo spirito superbo per eccellenza che tenacemente si oppone alla auspicabile e felice eventualità che nostro Signore Gesù possa essere riconosciuto e adorato da tutti i popoli del mondo come l’unico re della terra, come l’unico e vero Dio.

La devozione mariana dei musulmani, pur umanamente apprezzabile, sarà pur sempre una falsa e quasi scaramantica devozione sino a quando molti musulmani non abbiano il coraggio di convertirsi al vangelo di Cristo pur avendone il desiderio e l’opportunità o sino a quando non trovino almeno la forza spirituale di opporsi, con l’aiuto di quella Madre cui dicono di essere devoti, non solo agli attentati, alle carneficine, alle uccisioni e alle stragi compiute dai militanti più violenti e disumani dell’islam (si legga pure Isis o Al-Qaida e simili), ma all’idea stessa che la loro religione, come ogni religione, possa essere fondata su un principio come quello coranico che prevede effettivamente l’uso indiscriminato della violenza contro chiunque non si sottometta al credo coranico o si discosti da esso dopo averlo fatto proprio inizialmente.

Una religione che pretenda che qualcuno si converta non è una religione, una religione che imponga con la forza a qualcuno di convertirsi non è una religione, una religione che non riconosca in Cristo l’unico vero Dio della storia degli uomini non è ancora una vera religione, ma anche una religione che abbia in Cristo il suo centro ispiratore e tuttavia non si concretizzi nell’osservanza dei precetti evangelici della fratellanza, della giustizia, della carità, della pace e infine della martiría cruenta o incruenta, non è una religione proficua per l’umanità ed utile per la salvezza dell’anima e del corpo di chi si assuma la responsabilità di coltivarla.

La Maria del Corano è antitetica alla Maria dei santi vangeli, ma la Maria evangelica avrà la forza, soprattutto se reiteratamente sollecitata dalla nostra preghiera e dal nostro sforzo di mantenerci fedeli al comandamento cristiano dell’amore nella verità, di distruggere le false verità del Corano nello spirito di molti musulmani aperti allo spirito divino.