Maria madre di misericordia, ma in che senso?

Scritto da Francesco di Maria on . Postato in I miei scritti mariani

 

Maria è madre per eccellenza di misericordia perché Dio stesso, modello ontologicamente perfetto e insuperabile di misericordia, affida a lei il suo Figlio unigenito e la stessa missione salvifica di questi. Maria è altresí confermata storicamente in questo ruolo privilegiato di madre misericordiosa di tutta l’umanità nel momento stesso in cui Gesù, pur in balía di atroci dolori che precedono la sua morte sulla croce, trova significativamente la forza per affidare a lei la sua Chiesa e per l’appunto l’intero genere umano.

Non siamo dunque noi che, sotto la spinta o l’influenza di semplici fattori emotivi o sentimentali, facciamo soggettivisticamente di Maria il modello più alto e l’esempio più fulgido della misericordia materna, perché questo suo titolo, questo riconoscimento, hanno innanzitutto e soprattutto una  legittimazione divina di duplice natura: sovrannaturale, quella proveniente dal Padre celeste attraverso l’azione prodigiosa compiuta dallo Spirito Santo e dal Cristo stesso in quanto Dio, e storico-naturale, quella proveniente dal Cristo in quanto uomo oltre che Dio e dalla sua Chiesa sia pure attraverso l’instancabile opera ispiratrice svolta sempre dallo Spirito Santo nella storia umana.

La misericordiosa maternità di Maria è un riflesso purissimo della stessa misericordia divina, si può anche dire che essa è l’immagine più pura e più limpida della misericordia paterna di Dio, la quale, come noi cristiani non sempre mostriamo di capire, non ha a che fare con forme sdolcinate e ambigue di amore o di pietà ma piuttosto con una realtà divina, originaria eterna e definitiva, che consta ontologicamente di tre momenti distinti ma indissolubilmente connessi e inscindibili: verità, giustizia e, appunto, misericordia, dove quest’ultima non è un’altra cosa rispetto alla verità e alla giustizia divine, ma ne è per cosí dire l’effetto, il fedele e rigoroso rispecchiamento.

La misericordia infinita di Dio non può esser letta indipendentemente dalla sua verità e dalla sua giustizia, quasi che Dio, per poter essere particolarmente misericordioso verso le sue creature o alcune sue creature, debba chiudere un occhio sulla sua inflessibilità e coerenza di Dio vero e giusto, disposto a derogare dalla sua stessa legislazione al fine di rendere più intensa ed efficace la sua affettuosa vicinanza paterna all’umanità peccatrice e sofferente, perché in realtà essa è già tutta intera racchiusa, nella massima potenza in cui poi concretamente possa esplicarsi, nella verità e nella giustizia altrettanto infinite del suo Logos.

La misericordia divina è infinita e la sua natura è di tipo “viscerale” in quanto essa ricalca esattamente, in tutte le sue manifestazioni, l’infinita e “viscerale” profondità delle sue leggi, delle sue regole, precise anche se mai interamente codificabili, del suo onnipotente piano di salvezza. Dio è misericordioso non a prescindere dal principio divino di verità-giustizia, ma in perfetta coerenza con il suo essere principio di verità-giustizia. La misericordia che Dio offre agli uomini è una misericordia che viene schiudendosi attraverso e non contro la sua verità e la sua giustizia, e la misericordia divina è imprevedibilmente grande e sorprendente non in antitesi a ciò che prevedono la sua verità e la sua giustizia ma proprio perché imprevedibilmente grandi e sorprendenti sono quest’ultime nella loro stessa essenza.

Ora, la misericordia materna di Maria ha le medesime caratteristiche della misericordia divina; non è un di più o un di meno rispetto ad essa ma è, sia pure in virtù di una speciale concessione di Dio, il modo materno della paternità divina, la quale si estrinseca in una inesauribile ma non indiscriminata capacità di ascolto e di donazione di sé nel quadro di una disponibilità creaturale, per quanto esistenzialmente travagliata e contrastata, a riconoscere quella verità e ad attenersi a quella giustizia che Dio ha non già imposto ma donato agli esseri umani per la loro stessa felicità. Maria, che è la donna appena uscita dalle mani di Dio e tale resta anche quando diventa cosciente della sua libertà, resistendo al demonio e rimanendo fedele al suo Creatore e Signore, è anche colei che per grazia divina riceve la facoltà di intercedere sempre proficuamente presso il Padre e il Figlio a favore dei bisognosi, e in una misura ben superiore a quella di qualunque altra pur santa creatura, ben sapendo che la verità e la giustizia divine non sono state fatte dal loro autore solo con la mente ma anche e soprattutto con il cuore.

Per questo la Madre di Dio è vicina ai peccatori non in quanto essi perseverino nella trasgressione della divina volontà ma in quanto, benché provati e sofferenti, deboli e incapaci, riconoscano la loro condizione di peccato cercando di cambiar vita in conformità ai divini insegnamenti e invocando sinceramente il perdono dell’Altissimo. Ella, in quanto madre, è vicina ai peccatori sempre e comunque, ma è specialmente a quelli che si affidano interamente a lei che trasmette la capacità di ricominciare dopo ogni caduta e dopo ogni sconfitta, di chiedere perdono a Dio dopo ogni umiliante fallimento personale, di resistere ad ogni forma di conformismo opportunistico e di edonismo utilitaristico.

Recita significativamente l’enciclica Veritatis Splendor (n. 120) di Giovanni Paolo II: «Maria condivide la nostra condizione umana, ma in una totale trasparenza alla grazia di Dio. Non avendo conosciuto il peccato, ella è in grado di compatire ogni debolezza. Comprende l'uomo peccatore e lo ama con amore di Madre. Proprio per questo sta dalla parte della verità e condivide il peso della Chiesa nel richiamare a tutti e sempre le esigenze morali. Per lo stesso motivo non accetta che l'uomo peccatore venga ingannato da chi pretenderebbe di amarlo giustificandone il peccato, perché sa che in tal modo sarebbe reso vano il sacrificio di Cristo, suo Figlio. Nessuna assoluzione, offerta da compiacenti dottrine anche filosofiche o teologiche, può rendere l'uomo veramente felice: solo la Croce e la gloria di Cristo risorto possono donare pace alla sua coscienza e salvezza alla sua vita.

O Maria, 
Madre di misericordia, 
veglia su tutti 
perché non venga resa vana la croce di Cristo, 
perché l'uomo non smarrisca la via del bene,
non perda la coscienza del peccato,
cresca nella speranza in Dio 
“ricco di misericordia” (Ef 2,4), 
compia liberamente le opere buone 
da Lui predisposte (cf Ef 2,10) 
e sia così con tutta la vita 
“a lode della sua gloria” (Ef 1,12)».