Il cristiano non può essere massone
Il primo documento pontificio di condanna della massoneria risale al 28 aprile del 1738 e ne fu autore papa Clemente XII (Lettera apostolica "In eminenti). Più di centocinquant'anni dopo, e precisamente l'8 dicembre 1892, papa Leone XIII, autore della celebre enciclica "De rerum novarum", fissando in modo esemplare il giudizio della Chiesa, scriveva quanto segue nella lettera "Custodi" indirizzata al popolo italiano: «Ricordiamoci che il cristianesimo e la massoneria sono essenzialmente inconciliabili, cosí che iscriversi all'una significa separarsi dall'altro».
Da allora la Chiesa cattolica non ha mai modificato questa posizione, anche se al suo interno e sia pure ufficiosamente o sotterraneamente sono venute via via determinandosi posizioni e comportamenti sempre più fluidi ed ambigui. Oggi purtroppo, anche a causa di ciò, sono molti i presunti cristiani e cattolici che, regolarmente iscritti a logge massoniche, ritengono tranquillamente compatibile la loro fede religiosa con i princípi e gli statuti della massoneria. Senonché, nell'ultimo documento ufficiale di riferimento, ovvero la Dichiarazione sulla massoneria (26 novembre 1983), approvata e ordinata da Giovanni Paolo II e recante la firma dell'allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede cardinale Joseph Ratzinger, viene affermato inequivocabilmente: «Rimane immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro princípi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l'iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione» (grassetto mio). Né d'altra parte, si precisa, «compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito.
Con ciò, si nota poi in un articolo esplicativo apparso su L'Osservatore Romano del 23 febbraio 1985 e intitolato "Inconciliabilità tra fede cristiana e massoneria", «la Sacra Congregazione della Dottrina della Fede non ha inteso disconoscere gli sforzi compiuti da coloro che, con la debita autorizzazione di questo Dicastero, hanno cercato di stabilire un dialogo con rappresentanti della Massoneria. Ma, dal momento che vi era la possibilità che si diffondesse fra i fedeli l'errata opinione secondo cui ormai l'adesione a una loggia massonica era lecita, essa ha ritenuto suo dovere far loro conoscere il pensiero autentico della Chiesa in proposito e metterli in guardia nei confronti di un'appartenenza incompatibile con la fede cattolica».
C'è da augurarsi che la Chiesa torni con una certa assiduità e con immutata perentorietà su questo argomento perché tra molti cattolici regna sovrana la confusione e soprattutto vanno talmente accentuandosi in ogni ambito di vita sociale certe smanie o ambizioni di successo, di potere o di ricchezza, da compromettere, specialmente ove siano per l'appunto coltivate attraverso associazioni fondamentalmente atee di tipo massonico, ogni realistica possibilità di sequela e di servizio in Cristo. La Chiesa deve prendere puntualmente e reiteratamente posizione anche verso quei cattolici-massoni che dovessero godere di buona fama e di rilevante rispettabilità sociale perché né la buona fama né la rispettabilità sociale sono sufficienti a fare di noi delle creature gradite a Dio.
I parametri del giudizio cristiano e cattolico sono altri: la capacità di discernere tra bene e male senza margini cosí ampi di tolleranza da vanificare ambedue, la fede in Cristo e nella sua assoluta sovranità e centralità nella vita e nella storia degli uomini, il perseguimento di fini leciti con mezzi leciti tra i quali ultimi possono essere anche compresi una segnalazione, un aiuto, una valorizzazione umana, professionale o scientifica, purché obiettivamente comprensibili e giustificabili da un punto di vista etico-sociale perché fondati sul merito e non su logiche clientelari o meramente corporative.
Circa un anno fa, il 16 maggio 2007, mons. Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro, ammoniva: «La massoneria è un nemico della Chiesa», essa punta subdolamente alla «distruzione della Chiesa e della civiltà cristiana», e a sostituirle con «una cultura e una società sostanzialmente ateistiche, anche quando fa riferimento all'architetto dell'universo», che è molto diverso dal Dio creatore e salvatore del messaggio cristiano. A chi, più o meno ingenuamente o ipocritamente, osserva che la massoneria non impone un credo specifico a nessuno dei suoi aderenti che resterebbero pertanto liberi di professare la loro fede e di lavorare fraternamente e armonicamente al bene della società e dell'umanità solo guidati da una nobile e sincera idea di bene universale, occorre replicare che la massoneria non crede alla divinità di Gesù Cristo e quindi non crede che ognuno di noi possa conseguire la salvezza solo attraverso di Lui (come recita invece 1Gv 4, 3).
Quella massone è una religione senza Salvatore e chi, sedicente cristiano e cattolico, per qualunque motivo e a qualunque titolo, ritiene di poterla accettare o di poterla utilizzare senza danno per la sua ipotetica fede in Cristo, si illude drammaticamente e si allontana da Gesù e dalla sua Chiesa. Né egli potrà sperare di risultare attendibile nel rivendicare la saldezza della sua fede cristiana pur all'interno di un'associazione non cristiana e non cattolica, perché, nel migliore dei casi, non potrà negare di aver stretto un patto di interesse con una comunità di persone notoriamente avverse a Cristo e alla sua Chiesa.
Che il cristiano sia o si faccia massone solo per motivi di praticità o di convenienza, come a volte tenta di spiegare in modo piuttosto grottesco certo giustificazionismo cattolico, anche ad alti livelli, non è affatto un'attenuante ma una terribile aggravante. Il gran maestro è solo Cristo, solo Lui può darci quello che ci serve, solo la sua croce e il suo amore totalmente disinteressato sono la buonissima "convenienza" di chi veramente lo ama.