Mondialismo pagano e mondialismo cristiano

Scritto da Francesco di Maria.

 

Se il mondo finirà per essere governato dai seguaci di Mammona, della ricchezza illimitata, del profitto a tutti i costi, e dai teorici del primato dell’economico sul politico, del dominio del capitale sul lavoro e del mercato su qualsivoglia vincolo di ordine etico-giuridico; se, esprimendo lo stesso concetto in termini religiosi, il mondo, le società umane, le comunità nazionali, le nostre patrie, verranno assoggettate a logiche non solo materialistiche ed edonistiche ma anche ossessivamente oppressive e vessatorie come quelle dei potentati economico-finanziari internazionali, in spregio ai più elementari princípi di giustizia e di umana solidarietà, i più attenti e ispirati seguaci di Gesù capiranno di essere entrati in un’era particolarmente segnata da quell’antiCristo di cui parlano i vangeli e più diffusamente l’Apocalisse dell’apostolo Giovanni: un’era in cui, in senso specificamente escatologico, il nemico di Cristo e dei cristiani, ovvero le forze storiche e insieme extrastoriche ostili a Dio e solo apparentemente amiche all’umanità, tenderanno a manifestarsi in modo sempre più stabile preparando il secondo e definitivo avvento di Cristo (parusía) che annienterà per sempre ogni iniquo e peccaminoso potere terreno.

Tali forze ostili ed irrazionali non sono dichiaratamente atee o irreligiose ma possono ben ammantarsi di solenne rispetto verso il “sacro” quando non addirittura di ineccepibile e severa religiosità (per cui anche le autorità religiose cattoliche faranno bene a guardarsi da certi “abbracci” mondani e istituzionali). Anche nella nostra epoca non mancano i farisei, che sono in vero un modello paradigmatico imperituro di umanità arrogante e falsa, e tra i farisei contemporanei, che sono e operano in ogni ambito della vita civile e religiosa, quelli di maggior peso per ciò che concerne le economie degli Stati e la vita stessa dei popoli sono i farisei del tempio o del sinedrio economico-finanziario internazionale, ovvero quella foltissima e selezionatissima assemblea internazionale che è composta da ricchi banchieri, capi di stato, uomini politici di rango, economisti, docenti universitari, esperti finanziari, giornalisti molto vicini ad ambienti monetari e finanziari di particolare rilievo, e che si riunisce periodicamente, e spesso anche segretamente, in tutta una serie di istituti, commissioni, clubs esclusivi, per discutere e analizzare specifiche situazioni congiunturali di questa o quella parte del mondo e per decidere al tempo stesso quali terapie adottare per sanare situazioni debitorie o deficitarie e rilanciare al tempo stesso crescita ed economia dei paesi in difficoltà. Tutto ciò, naturalmente, nel nome e nel segno non già di concrete e circoscritte necessità di carattere umano, sociale ed economico, ma di istanze tanto universali quanto astratte e mistificanti di sviluppo e benessere planetari.

I più importanti e pericolosi farisei di oggi sono in sostanza i fautori del cosiddetto mondialismo, fondato sull’idea di un governo mondiale suscettibile di subentrare gradualmente ma irreversibilmente ai governi nazionali ritenuti spesso incapaci di assicurare ai popoli quei beni di cui i popoli realmente necessiterebbero per sentirsi effettivamente affratellati in una unica cultura, in un’unica economia e in un’unica moneta, in un’unica etica razionalistica e progressista, aperta e tollerante verso ogni credo ed ogni religione purché nessuno di essi ambisca ad assumere una posizione di centralità. Dove evidentemente non può sfuggire come da questo umanitarismo laico e universalistico restino radicalmente espunti i valori evangelici e i valori religiosi cristiani che, per la loro intrinseca natura “salvifica”, non possono non essere vissuti da quanti coerentemente se ne facciano testimoni e portatori come valori fondamentali e fondanti dell’intera civiltà umana.

E in realtà, come molti anni or sono sottolineava in un convegno cattolico il professor Paolo Taufer, la concezione mondialistica trova le sue giustificazioni culturali in un relativismo etico-culturale e nella riduzione delle religioni e della stessa fede cattolica a fatto privato o personale che come tale non può e non deve incidere sulla vita pubblica di popoli e nazioni. I farisei mondialisti, tra cui molti personaggi autorevoli della vita politica ed economica italiana, si ritengono “illuminati” e realmente dediti al bene universale del genere umano e delle loro stesse comunità nazionali di appartenenza, pur sapendo benissimo di perseguire scopi élitari, antiegualitari, antipopolari e antidemocratici, rispondenti sostanzialmente alla visione aristocraticistica e tecnocratica delle grandi plutocrazie del mondo che si danno continuamente da fare per ampliare a dismisura il loro esercito di “ideologi luciferini”, chiamati cioè, in cambio di lauti riconoscimenti umani ed istituzionali (e spesso anche extraistituzionali) di ogni genere, a costruire con unità di intenti un nuovo ordine mondiale volto a realizzare un tempo messianico di felicità profondamente diverso dal tempo messianico evangelico e cristiano che coincide sul piano escatologico con il definitivo e completo avvento del Regno di Dio.   

Questi farisei mondialisti del ventunesimo secolo che, pur facendo tutt’uno non solo con i mercati ma anche e soprattutto con i mercanti del tempio e del tempo, con le criminogene cricche finanziarie di ogni parte del mondo, si presentano ipocritamente come grandi paladini di alti valori umani e morali e come nobili apostoli di nuove e più elevate forme di vita economica e sociale su scala planetaria, non esitano in realtà a mentire, ad imbrogliare e a sfruttare a proprio piacimento tutte le razze e i popoli del mondo, ivi compresi quelli cui appartengono personalmente, in funzione di un mondo anzi di un impero di ricchezza, potenza e gloria, non da offrire a Dio ma a se stessi e alle proprie manie luciferine di grandezza. Presi da un insano spirito di conquista materiale e mondana e abbagliati dalla presunzione di far parte di un ristretto numero di “eletti”, essi non fanno altro che allontanare se stessi e il mondo da Dio e dalla sua volontà di giustizia, di condivisione, di comunione, che sono radicalmente antitetiche a quella oltranzistica razionalizzazione efficientistica, a quel profitto senza scrupoli, a quel falso ed ipocrita umanitarismo, oppure anche a quella religiosità di facciata, di cui gli “illuminati” mondialisti sono supremi rappresentanti.

Per l’ennesima volta, le potenze sataniche tentano di distruggere l’umanità, servendosi di questi individui talmente sensibili e proni ai poteri, alle false attrattive e alle lusinghe di questo mondo, da sentirsi superiori a tutto e a tutti. Per l’ennesima volta, le potenze sataniche tentano di intorbidire le acque, inducendo tutti quegli individui da esse sedotti a costruire una nuova torre di Babele, fondata sulla menzogna sul disordine morale e sulla corruzione spirituale, e puntata orgogliosamente contro il cielo e contro Dio. Ma, per l’ennesima volta, esse falliranno perché Dio non permetterà che questo progetto di falsa umanizzazione della terra e di inaridimento delle vere sorgenti della spiritualità umana possa essere attuato in modo illimitato, e anzi lo renderà solo in parte possibile per usarlo come sgabello e come filtro purificatore del mondialismo messianico di Cristo e per saggiare la fede e la resistenza spirituale dei veri “figli della luce”.