La piccola Maria

Scritto da Francesco di Maria on . Postato in I miei scritti mariani

 

La piccola Maria pregava con il cuore, con la mente, con lo sguardo ingenuo e stupíto di una bambina che aspetta fiduciosamente qualcuno che deve ancora giungere nella sua vita, qualcuno di cui avverte un insopprimibile bisogno esistenziale e che percepisce come persona degna di essere amata al di sopra di chiunque altro. La piccola Maria amava profondamente i suoi genitori, i parenti, i conoscenti del villaggio di Nazaret, qualunque persona mostrasse segni di sofferenza e di solitudine, ma intuiva che il fondamento, la motivazione ultima, la forza propulsiva del suo amore era Dio, non l’idea di Dio ma Dio persona reale che prima o poi si sarebbe incarnata in qualche modo nella stessa storia degli uomini manifestando concretamente anche se in forme ancora ignote il suo potere di liberare i poveri, gli umili, gli oppressi da ogni sofferenza e da ogni violenza, e di rovesciare potenti e ricchi dai loro troni e dalle loro false sicurezze.

La piccola Maria studiava le sacre scritture assimilando rapidamente e mirabilmente il vero e più profondo significato della Parola di Dio e, pur lasciandosi istruire dai sacerdoti del tempio, si sentiva come naturalmente e autonomamente trasportata verso la contemplazione dei misteri divini.

La piccola Maria giocava, cantava, danzava, come tutti i bambini e le bambine della sua età, ma, a differenza di questi, ella faceva tutto ciò con l’allegria e la gioia che derivano dalla certezza interiore di poter contare sull’amore e sulla protezione di una persona divina suscettibile di apparire anche nella sua corporea umanità, da un momento all’altro, nel mondo. Ella si sentiva beata perché sapeva che le lodi che ogni giorno innalzava al Signore non erano illusorie, non erano rivolte ad un’astratta e immaginaria entità, ma realmente indirizzate ad un Creatore oggettivamente esistente, ad un Padre tangibilmente tenero e misericordioso, ad un Sovrano effettivamente ed infinitamente giusto e potente.

Sentiva anche che le sue lodi erano gradite e contraccambiate e ne ebbe la prova più eclatante allorché Dio stesso o l’angelo divino le parlò annunciandole che sarebbe diventata la madre del Figlio unigenito. Non è che la piccola Maria avesse mai preteso o sospettato che Dio verso di lei potesse arrivare a tanto, potesse conferirle un incarico cosí prodigioso, perché la piccola Maria si era sempre sentita realmente piccola, umile, insignificante davanti a Dio, pur sentendo intimamente Dio come il suo Dio, come il Dio di tutti ma anche come Dio che si preoccupa teneramente e instancabilmente di ogni sua creatura.

Ora però, nel sentire la voce di Dio, nell’ascoltare fisicamente la Parola divina, capiva di aver ricevuto un’inequivocabile conferma alle costanti e ferree certezze spirituali della sua vita, un premio insperato ma meraviglioso alla sua volontà e capacità di perseverare senza soluzione di continuità nella preghiera e nella fede in Dio, in quel Padre che aveva deciso di farne addirittura la madre del Figlio, di effondere su di lei l’energia e l’assistenza perenni dello Spirito Santo, di renderla personalmente e direttamente partecipe del mistero trinitario.

Ma la piccola Maria, diventata adulta e pur conscia di essere la “piena di grazia”, la creatura chiamata ad essere il principale collaboratore di Dio, sapeva che su questa terra non si sarebbe mai potuta esaltare se non, con profonda gratitudine, per il legame tanto misterioso quanto indissolubile con il Creatore che aveva voluto trasformarsi anche nella sua creatura messianica, e che al contrario molteplici sarebbero state le sue umiliazioni e le sue angosce, pur in mezzo ad alcuni momenti di gioia incontenibile, fino alla fine dei suoi giorni terreni.

Maria la piccola non sapeva di essere stata esentata per volontà del suo sapiente e sorprendente Signore dal peccato originale, ma, a ben vedere, se nella sua piccolezza non fosse stata resa da Dio immacolata e quindi priva della malattia debilitante e originaria comune a tutti gli uomini, avrebbe potuto ella, ed eventualmente in che misura, mantenersi fedele alla volontà divina persino ai piedi di quella croce su cui generalmente venivano appesi i malfattori? Qui è forse riposto un grande motivo di speranza per l’umanità segnata dal peccato originale, perché Maria ne fu preservata in funzione dei meriti di Cristo ma anche noi ne siamo stati e ne veniamo liberati per mezzo del battesimo, il cui significato e valore salvifico si tratta poi naturalmente di confermare vita natural durante per mezzo degli altri atti sacramentali istituiti da Cristo.  

La piccola Maria, diventata adulta e impegnata ad esercitare autorevolmente il suo ruolo di madre di Dio, continuò ad essere piccola, a sentirsi piccola, ad avere cura dei piccoli di Dio e delle cose piccole, ordinarie, per nulla inebrianti e anzi talvolta deprimenti, attraverso cui impercettibilmente veniva e viene manifestandosi la volontà e la grandezza di Dio stesso.

Ma quella piccola Maria che volle rimanere piccola per tutta la vita, non a parole e per falsa modestia bensí con un comportamento e con gesti inequivocabilmente sinceri e privi di ambiguità, nella vita eterna di Dio giusto e misericordioso non poteva continuare ad essere piccola, serva, emarginata e ricordata solo dagli apostoli del figlio Gesù. Oggi ella è la madre e la compagna di viaggio di tutti gli uomini e di tutte le donne, è la potente e gloriosa regina del cielo e della terra, la valorosa condottiera dei sinceri seguaci di Cristo verso un non chimerico regno di perfetta giustizia e perenne felicità. Oggi ella vive beata, sempre circondata da angeli in festa, come l’onnipotente per grazia accanto all’Onnipotente per natura.