Grillo: achtung, achtung!

Scritto da Francesco di Maria.

 

Il comico genovese Beppe Grillo, cui non fanno difetto l’intuito e la scaltrezza politica e che ha il merito storico di aver dato una spallata resasi ormai necessaria ad un sistema italiano di potere totalmente incapace di rinnovarsi per via interna o endogena, sta cercando di compiere in Italia un’operazione tanto soggettivamente ambiziosa quanto oggettivamente ambigua e pericolosa. Ambiziosa perché volta, in un sol colpo, a distruggere completamente le attuali forze politico-parlamentari di destra e di sinistra per sostituirle in toto con il suo movimento 5Stelle, in cui per dire la verità, dopo i primi mesi di vita parlamentare, non sono ancora emerse né competenze individuali e generali talmente eccelse da indurre buona parte del popolo che lo ha votato a coltivare aspettative troppo ottimistiche, né qualità morali cosí specchiate da indurre persino gli osservatori più imparziali ed onesti a deporre le armi della critica; ambigua e pericolosa, perché volta a convogliare il maggior numero possibile di segmenti sociali di diversa e composita estrazione politica in quell’unicum del 5Stelle che a tutt’oggi non risulta politicamente definito con chiarezza di princípi e linearità di metodo e che non fornisce ancora garanzia alcuna circa la natura e le finalità democratiche della sua struttura interna e della sua volontà politica di potere.

Poiché il carro di Grillo oggi è indubbiamente un carro politico vincente, era ed è inevitabile che molti saltassero e continuino a saltare su di esso alla ricerca di vantaggi leciti e illeciti che altrove ormai non era più possibile sperare di perseguire o di ottenere. Il guaio è che Grillo, per calcolato interesse, non sembra al momento volersene preoccupare, badando piuttosto ad incrementare il numero dei suoi seguaci ai fini di una presa sempre più stringente del potere e presentando propagandisticamente il suo movimento come composto per intero da persone di diversa estrazione sociale e professionale ma ugualmente oneste ed interessate in modo esclusivo al bene comune.

Con la sua urlata retorica antisistema, con il suo aggressivo e spesso becero richiamo alla volontà popolare, con la sua raffinata quanto astuta tecnica di alternare analisi critiche indubbiamente efficaci a velate ma insistenti allusioni relative a possibili e concreti pericoli di insurrezione sociale, e infine con il suo greve moralismo politico spesso fine a se stesso e totalmente disgiunto da una complessiva etica politica capace di farsi coerentemente carico delle oggettive necessità economiche della nazione e di dare risposte mirate a specifiche problematiche di ordine sociale ed occupazionale, Grillo non appare per niente interessato a stabilire sia pure approssimativamente la natura della composizione sociale e politico-culturale del suo movimento.

Quanti ex fascisti, ex comunisti, cattolici, quanti soggetti eversivi, quanti massoni, quanti mafiosi o terroristi possano farne parte, non gli interessa minimamente saperlo e ancora meno avverte per ora l’esigenza di protestare preventivamente contro tutti gli arrivisti e gli opportunisti che, semplicemente gridando il loro entusiastico “viva Grillo”, sono riusciti ad ottenere e possono sempre ottenere la sua paterna e benefica benedizione.

Per Grillo l’importante è rendere quanto più denso ed esplosivo possibile, sia pure per via democratica, il magma rivoluzionario anche sulla base di quell’ammaliante e mistificante slogan secondo cui il movimento non sarebbe né di destra né di sinistra ma si fonderebbe solo su idee buone e giuste; per lui l’importante è continuare a gridare contro tutto e contro tutti, persino contro persone come la giornalista Milena Gabanelli che appena un mese fa veniva votata dai parlamentari “grillini” come candidata alla più alta carica dello Stato e che oggi, solo per aver rivolto qualche “impertinente” domanda sulla gestione finanziaria interna del 5Stelle, viene subissata di critiche e di insulti sul blog del comico genovese. Per Grillo l’importante è cercare di tenere in stato di continua mobilitazione le masse dolorosamente afflitte dalla miseria e dalla disperazione e non già evitare di condannare il suo stesso movimento all’insignificanza politico-legislativa con decisioni dissennate e irrazionali come quella di non sostenere un governo PD-5Stelle o con i suoi cronici attacchi isterici che ben poco lasciano sperare circa la volontà e la capacità dei “grillini” di incidere realmente sul destino del nostro Paese.

E' peraltro sconfortante constatare come nessuno ancora, tra i suoi stessi parlamentari, osi prospettare seriamente al leader genovese la possibilità che il movimento politico da lui fondato possa determinarsi a sopravvivere anche senza di lui e senza la sua guida. Anzi, sono ancora molti gli attivisti che pensano che il movimento debba chiudersi a qualsiasi confronto con “i nemici” o comunque con voci ad esso non organiche; che l’identità del movimento (ma quale sia l’identità del movimento, al di fuori di una generica volontà di disarticolazione del vigente sistema politico di potere, non è dato ancora sapere) si possa salvaguardare solo aggredendo in modo virulento i presunti o reali responsabili dell’attuale situazione di crisi e non sedendosi attorno a un tavolo giornalistico-televisivo o politico-parlamentare per discutere in modo disteso e conciliante con i propri avversari.

Non sono pochi i militanti che lanciano sistematici moniti a non andare contro la natura “rivoluzionaria” del movimento, avvertendo che chi disattende tale avvertimento non possa e non debba fare più parte del movimento. Purtroppo costoro non riflettono abbastanza e quindi non capiscono che il loro movimento, come qualunque altro movimento politico che come tale abbia finalità pubbliche, non è esclusiva proprietà di chi lo fonda ma è o diventa patrimonio comune di tutti coloro che lo votano. Non capiscono che il 5Stelle non può barricarsi dietro le idee dogmatiche e distorte di eventuali fondatori della "prima ora" ma deve continuamente valutare la bontà delle proprie proposte e prese di posizione alla luce delle indicazioni, dei suggerimenti, delle analisi, dei consigli di tutti coloro che, avendolo votato, siano in grado di offrire un contributo intellettuale, etico e politico onesto e qualificato, anche perché se la natura del movimento dovesse rimanere immutabile per l'eternità, esso già oggi non potrebbe certo contare su 8-9 milioni di voti ma su un bacino elettorale enormemente più ridotto. Lo si dovrebbe tenere bene a mente, per evitare di prevaricare ancora una volta in modo miserabile rispetto agli interessi generali della nostra nazione.

In presenza di un movimento politico che potrebbe rovesciare effettivamente “l’ordine di cose esistente”, il concetto di fondo non può non essere quello per cui nessuno può permettersi di appropriarsi del movimento, dei suoi obiettivi, delle sue finalità, delle speranze stesse di cui è portatore, perché altrimenti si avrebbe a che fare con un gruppo di cospiratori intolleranti e faziosi volti a sfruttare la protesta e il malessere popolari per semplici e inqualificabili fini di potere personale: ciò che, peraltro, non renderebbe il 5Stelle completamente alternativo ad associazioni e a logiche di stampo mafioso o camorristico.

Ma, in realtà, almeno fino ad oggi, è innegabile che il movimento si regga su uno spirito padronale, accentratore e autoritario da non confondere con una guida sicura ed autorevole di cui auspicabilmente quest’ultimo dovrebbe pur disporre. Né può essere accettato lo strafottente ed infantile invito di tanti militanti “grillini” a non votare per il 5Stelle ove non si condivida in toto, fideisticamente, la linea di Grillo, per il semplice fatto che, come prevede l’art. 49 della nostra Costituzione (agitata sempre dal movimento come il suo libro sacro salvo poi a recriminare su alcuni suoi particolari articoli come per esempio il 67 relativo alla libertà di coscienza del parlamentare o, appunto, il 49), «tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale».

Cosa significa questo? Significa che bisogna concorrere con metodo democratico e non autoritario, quale che sia il partito di appartenenza, "a determinare la politica nazionale". Per la nostra Costituzione non c'è partito o movimento politico che non sia tenuto al suo interno a riflettere la struttura democratica dello Stato repubblicano italiano. Per questo motivo, anche la linea politica del 5Stelle non può essere dettata o decisa solo da Grillo e Casaleggio ma deve essere decisa per l'appunto con metodo democratico, che non comporta certo decisioni assemblearistiche o populistiche ma tali da risultare condivise almeno da un congruo numero di aderenti sulla base di argomentazioni e proposte chiare e coerenti anche se pur sempre in linea con gli obiettivi politici generali e lo spirito democratico del movimento; spirito democratico per il quale, in base alle parole programmatiche di Grillo medesimo, "uno vale uno".

Uno vale uno, a cominciare ovviamente da quell'uno che è Grillo stesso, dove è evidente che egli, pur potendosi e dovendosi prodigare per convincere molti, non possa tuttavia pretendere di tappare la bocca a nessuno, perché tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero. E francamente non si capisce con quali argomentazioni giuridiche oggi Grillo minacci di non far partecipare il 5Stelle alle prossime competizioni elettorali qualora venisse approvata in parlamento la proposta del PD, relativa all’obbligo per ogni partito o movimento politico di acquisire una ben definita personalità giuridica pena l’impossibilità di accedere al finanziamento pubblico e di partecipare alle elezioni, pur essendo chiarissimo che l’iniziativa del partito democratico rivela il suo timore di veder ulteriormente dimezzati i suoi voti e in pratica di sparire dalla scena politica a tutto vantaggio del 5Stelle.

Non si comprende proprio perché il 5Stelle non possa e non debba avere una normale personalità giuridica, con annessi statuto e regolamento interno, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Cosa teme Grillo? Forse di non poter più esercitare nel suo gruppo politico un potere incontrastato e di non poter introitare nascostamente fondi o somme di denaro che oggi affluiscono nelle casse del suo blog da provenienza oscura o addirittura illecita? E’ una domanda irriguardosa? No, è solo una domanda legittima e pertinente alla quale l’attore genovese, volente o nolente, non può sottrarsi. Né è sufficiente che egli continui a professarsi uomo democratico e rispettoso delle leggi correnti, nemico giurato del lobbysmo, della massoneria, del clientelismo, del malaffare, ma al tempo stesso capace di non lasciarsi incantare da quelli che gli ricordano sempre polemicamente le regole di un corretto credo democratico, o che proferiscono parole ed espressioni vuote come “bene comune” o “è l’Europa che lo chiede”, o che continuano a parlare in modo tanto ricattatorio quanto tedioso di “spread” e di “mercati”.   

Non è sufficiente, anche se è sperabile che Grillo sia e dimostri di essere persona politicamente capace e moralmente integra al di là degli errori che inevitabilmente anche a lui può capitare di commettere e di taluni tratti decisamente ambigui e autoritari del suo modo odierno di agire e di governare il suo movimento. I militanti “grillini” più onesti dovrebbero ritenere non solo legittima ma persino indispensabile un’attenta vigilanza critica contro qualsivoglia tipo di ipotetica o reale degenerazione o perversione del movimento 5Stelle, e in ogni caso non è possibile astenersi dal lottare, anche in qualità di semplici cittadini, contro il periodico riaffiorare in esso di talune sue probabili tendenze originarie, ovvero presenti già nella sua “natura”, di marca manifestamente fascista.

Sia come cittadini, infatti, sia anche come cattolici, non vogliamo che in Italia nascano e attecchiscano di nuovo partiti o movimenti la cui natura prevalente sia di matrice fascista o autoritaria (non importa se di “destra” o di “sinistra”). E' principalmente per questo obiettivo dovere di vigilanza civile che alcuni di noi rivendicano ancora a pieno la legittimità di appartenere al 5Stelle e si oppongono fermamente ai proclami sconsiderati di chi evidentemente percepisce il bene comune del nostro popolo come un semplice optional. Qui nessuno può più concedersi il lusso di pensare e decidere anche contro gli altri o come se gli altri non esistessero, di rivendicare il governo della nazione a colpi di insulti e di espressioni plebee, di esercitare potere semplicemente facendo un uso cinico e strumentale del malessere popolare e di umanissime aspettative di ripresa economica e sociale. Qui nessuno può pensare di avere il diritto ad occupare le istituzioni e i gangli fondamentali del potere repubblicano solo perché si sia trovato, forse anche suo malgrado, a calamitare e a cavalcare un malcontento popolare molto più ampio di quello che in un primo momento si poteva supporre. Come cittadini e come cattolici faremo sempre di tutto perché questo non accada e faremo del nostro meglio perché i responsabili politici del nostro Paese, ivi compresi Grillo e quelli che a lui si richiamano, si sentano energicamente indotti a rendere continuamente conto delle proprie posizioni.

Il filosofo greco di nazionalità francese Cornelius Castoriadis diceva che la democrazia è rendere perennemente conto, a tutti i livelli e in ogni ambito della vita associata e della stessa vita politico-istituzionale, di ciò che si pensa e di ciò che si fa. A Grillo, chi, anche come cattolico, ha creduto sinceramente nelle possibilità “rivoluzionarie” del suo movimento, non può oggi non rivolgere un accorato appello a voler rendere realistico, cioè praticabile, realmente spendibile, il suo apparente idealismo politico. Se Grillo accoglie questo appello, mostrandosi consapevole del fatto che una vera rivoluzione non si fa dall'oggi al domani ma ha i suoi "modi" e i suoi "tempi" oggettivi, renderà forte e stabile il 5Stelle, radicandolo profondamente nel cuore di tutti quelli che lo hanno votato e forse anche di molti di quelli che ancora non l'hanno votato; altrimenti, se si perderà questa occasione di oggettivo "cambiamento", che tale è a prescindere dalle possibili perverse intenzioni del PD, tutto resterà come prima con l'aggravante che il 5Stelle verrà conoscendo una sempre più accentuata involuzione autoritaria, conseguente alla inconsistenza della sua azione politica, e verrà subendo un inevitabile e graduale restringimento della sua base elettorale.

Ma se anche il movimento di Grillo dovesse conquistare il potere per via plebiscitaria o dittatoriale, i cattolici non per educazione ma per convinzione sarebbero sempre lí a testimoniare la loro fedeltà ai progetti di Dio e la loro pacifica ma risoluta avversione ai malefici piani di Satana. Per questo, quali che potranno essere gli sviluppi politici del suddetto movimento, ci è sembrata e ci sembra significativa l’esortazione contenuta nel titolo: Grillo, achtung, achtung