Testimoni cristiani del XX secolo

Scritto da Nino Sangalli on . Postato in Compagni di viaggio, articoli e studi


Se i cristiani non vogliono confinare la loro fede nella liturgia della parola e nella liturgia eucaristica ma portarla coerentemente nella più ampia e complessa liturgia della vita della quale le prime due sono momenti integranti e costitutivi, devono sforzarsi di cogliere, accettare, interiorizzare e vivere i significati meno correnti e conformisti, più profondi e più impegnativi della fede stessa, nel nome della quale troppo spesso vengono facendosi scelte francamente contraddittorie e estranee o antitetiche rispetto ai divini insegnamenti di Gesù.

Una vita fondata sul crimine organizzato, sull’imbroglio sistematico, sulla menzogna abitudinaria, sul deliberato e cinico disimpegno morale e civile, su pratiche di vita reiteratamente opportunistiche e servili a vari livelli, sulla immoralità permanente, sulla sostanziale indifferenza spirituale per tutto ciò che fuoriesce dai nostri problemi ed interessi personali: una vita cosí, che si ritiene di poter rendere compatibile con la fede in Cristo solo chiedendo di tanto in tanto l’assoluzione al prete e dedicandosi a qualche attività liturgica e devozionale, è in realtà del tutto inconciliabile con lo spirito evangelico, sicché, anche se il prete assolve, è pur sempre Dio che poi deve ratificare quell’assoluzione sulla base delle realtà spirituali delle singole persone che solo Dio, e non il prete, conosce nella loro interezza.

Ciò detto, desidero augurare buona Pasqua a tutti i visitatori di questo sito mariano attraverso i pensieri di alcuni noti e generosi testimoni cristiani del XX secolo.

1. Edith Stein: «Il cuore dell’uomo racchiude un grande potenziale nascosto, un germe di vita che però rischia di essere soffocato nella crescita da rovi ed erbacce…Le potenze virtuali che portiamo in noi hanno bisogno di rivolgersi verso una luce che guidi sicura, verso una forza che le liberi e permetta loro di fiorire. Sono la luce e la forza della grazia divina».

2. Don Lorenzo Milani:  «Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far parti uguali tra disuguali»; «Fai strada ai poveri senza farti strada».

3. Don Tonino Bello: «Noi cristiani ci stiamo adattando alla mediocrità. Lo scetticismo prevale sulla speranza, l’apatia sullo stupore, l’immobilismo sull’estasi»; «La resistenza non è soltanto sul settore della guerra e della pace, ma anche contro certe forme perverse che ci tirano all’egoismo, all’accaparramento, a mettere le mani sulle cose, come se avessimo degli artigli».

4. Mons. Oscar Romero: «Possono pure uccidermi, ma nessuno può far tacere la voce della giustizia».

5. Don Tonino Puglisi: «E’ importante parlare di mafia, soprattutto nelle scuole, per combattere contro la mentalità mafiosa, che è poi qualunque ideologia disposta a svendere la dignità dell’uomo per soldi. Non ci si fermi ai cortei, alle denunce, alle proteste.Tutte queste iniziative hanno valore ma, se ci si ferma a questo livello, sono soltanto parole. E le parole devono essere confermate dai fatti».

6. Giorgio La Pira: «Non è consentita al cristiano nessuna neutralità. Se c’è un male, egli deve intervenire per porre riparo, per quanto è possibile, agli effetti dannosi del male. Perché altrimenti che senso avrebbe il precetto dell’amore? Se scorgo il fratello ferito dai ladroni, io sono tenuto a piegarmi amorevolmente presso di lui: devo intervenire per porre rimedio alle conseguenze dell’odio. Cristo è intervenuto nel dramma doloroso dell’uomo: ed ha pagato questo intervento redentore con il sacrificio della croce».

7. Dietrich Bonhoeffer: «Non c’è via che porti alla pace sulla via della sicurezza. Poiché per la pace bisogna osare. E’ un grosso rischio, e non vi è assicurazione che lo copra. La pace è il contrario di assicurazione. Pretendere delle sicurezze significa essere diffidenti, e questa diffidenza genera nuovamente guerra. Cercare delle sicurezze significa voler proteggere se stessi. Pace significa abbandonarsi totalmente alla volontà di Dio, non voler sicurezze, ma rimettere nelle mani del Dio onnipotente la storia dei popoli, con fede e obbedienza, senza cercare di disporne egoisticamente. Le battaglie non si vincono con le armi ma con Dio».

8. Davide Maria Turoldo: «Fratello ateo, nobilmente pensoso alla ricerca di un Dio che io non so darti, attraversiamo insieme il deserto. Di deserto in deserto andiamo oltre la foresta delle fedi, liberi e nudi verso il nudo Essere, e là dove la parola muore abbia fine il nostro cammino».

9. Massimiliano Kolbe: «L’odio non è forza creativa. Soltanto l’amore crea».