Maria madre tra madri
Come in ogni famiglia anche nella grande famiglia della Chiesa Dio non poteva far mancare una madre e, poiché generalmente una madre assolve una funzione di assistenza, di servizio e di governo nelle mura domestiche, una funzione affettiva psicologica ed educativa indispensabile, la Madre della Chiesa, Madre per eccellenza perché contemporaneamente Madre di Dio e dell’umanità, non poteva essere da meno.
Come ogni madre, anche mamma Maria fa tantissime cose nella sua casa e a favore dei suoi figli, a cominciare dalla mansione di ricordare costantemente a quest’ultimi che il papà va rispettato, onorato ed amato, al di sopra di chiunque altro, e che tuttavia anche ai propri simili si deve un amore pari a quello che ognuno ha per se stesso. Maria, come ogni madre che si rispetta, bada innanzitutto ai figli più piccoli o più deboli, ai più cagionevoli di salute e ai più bisognosi di cure, ma poi se un figlio già adulto è stanco o è triste e depresso ella si precipita a consolarlo e a rimetterlo in sesto, trasmettendogli un sano e intenso amore protettivo che spesso lo aiuta a superare i suoi momenti di crisi o di sconforto.
Se in famiglia (sia quella naturale sia quella ecclesiale) c’è una lite o sorgono incomprensioni, ella, specialmente se i familiari coinvolti le si rivolgono chiedendo il suo aiuto, si dà subito da fare per pacificare gli animi o per risolvere le contrapposizioni in termini di ragionevolezza e di buon senso.
Anche quando è convinta che tra i figli in lite c’è chi è più sensato e chi invece è più stolto o prepotente, ella evita di prendere posizione a favore del primo per non mortificare il secondo e non indurlo ad un ulteriore irrigidimento, e semmai incoraggia il figlio che è nel giusto a non opporre ad eventuali offese ricevute il risentimento e la vendetta in aggiunta ad un più che comprensibile e legittimo senso di amarezza personale ma il perdono e lo spirito di riconciliazione.
Su un punto, però, questa santissima Madre, proprio come dovrebbe fare qualunque madre degna di rispetto, non transige ed è particolarmente severa: sul rispetto e sull’obbedienza che si devono al Padre, che è il simbolo stesso vivente dell’unità spirituale che deve regnare, al di là delle diversità caratteriali e intellettuali, della possibile molteplicità di punti di vista o di preferenze personali, in una vera famiglia. Rispetto e obbedienza dovuti ad insegnamenti paterni sul modo di pensare, di sentire e di agire, non certamente arbitrari o gratuiti ma rispondenti ad una veritiera e perfetta conoscenza e ad un’esaustiva esperienza delle più profonde esigenze dello spirito umano.
Su questo Maria non fa ricorso a particolari accorgimenti psicologici, ma, sia pure in modo accorato ed amorevole, ricorda a tutti, ai figli migliori e a quelli peggiori, che senza l’amore sincero e riconoscente per il Padre, nessuno di essi potrà mai avere diritto ad essere compreso ed amato dagli altri, anche se con cuore materno ella non si stanca mai di stare accanto ai suoi figli e figlie, qualunque cosa succeda nella loro esistenza.
Come Madre sapiente e saggia, Maria è inoltre attenta a valorizzare le diverse qualità intellettive e morali, le molteplici capacità culturali e spirituali, oltre che le specifiche attitudini professionali e/o vocazionali di tutti i suoi figli, esortandoli continuamente a voler fare lo stesso nei confronti del loro prossimo e di tutti i loro simili: non l’orgoglio, l’invidia, la gelosia, devono caratterizzare i rapporti tra uomini e donne all’interno della comunità ecclesiale come in qualsiasi altra comunità, ma la capacità di stima reciproca, di valorizzazione e utilizzazione dei “carismi” di ciascuno in funzione dei bisogni individuali e collettivi di tutti non meno che in funzione della costruzione in terra del Regno di Dio. Naturalmente non in uno spirito di sciocca e improduttiva adulazione, ma in uno spirito caritatevole e leale di sempre utile e costruttiva verità.
Ecco anche perché ad una Madre cosí aperta di mente e di cuore non può non essere particolarmente gradito il sentirsi invocata con fiducia e con appellativi diversi in ogni tipo di necessità da ogni uomo e donna che vivono sulla terra in contesti umani, culturali, sociali, economici e professionali eterogenei o differenziati. E’ anche naturale che non ci sia quasi nessun essere umano che possa trattenersi dall’elevare almeno lo sguardo implorante verso questa Madre che è anche onnipotente per grazia.
Da Maria di Nazaret chi vuole può ottenere, sia pure a prezzo di grandi fatiche e di notevoli rinunce, la grazia di diventare libero. Dove però, come ha detto papa Francesco, «essere liberi non vuol dire fare ciò che si vuole, seguire le mode del tempo, passare da un’esperienza ad un’altra, rimanendo adolescenti tutta la vita… Come una madre, Maria ci aiuta a crescere, ad affrontare la vita, ad essere liberi. Crescere vuol dire non cedere alla pigrizia derivante dal benessere, dalla vita comoda, significa prendersi responsabilità, tendere a grandi ideali. La Madonna fa proprio questo con noi, ci aiuta a crescere umanamente e nella fede, ad essere forti e non cedere alla tentazione dell’essere uomini e cristiani in modo superficiale, ma a vivere con responsabilità, a tendere sempre più in alto. Come una madre, Maria insegna a non evitare i problemi e le sfide della vita, come se questa fosse un’autostrada senza ostacoli. La Vergine ha conosciuto momenti non facili e aiuta i suoi figli a guardare con realismo i problemi, a non perdersi in essi, a saperli superare: una vita senza sfide non esiste e un ragazzo o una ragazza che non sa affrontarle mettendosi in gioco, è senza spina dorsale!
…Maria, donna del sí, libero e incondizionato alla chiamata del Signore, da buona mamma aiuta i suoi figli ad essere liberi. Ma cosa significa libertà? Non è certo fare tutto ciò che si vuole, lasciarsi dominare dalle passioni, passare da un’esperienza all’altra senza discernimento, seguire le mode del tempo; libertà non significa, per cosí dire, buttare tutto ciò che non piace dalla finestra. La libertà ci è donata perché sappiamo fare scelte buone nella vita!» (Maria è la Madre che ci insegna ad esser liberi e a fare scelte buone e definitive, in “Radio Vaticana” del 5 maggio 2013) .
Ha scritto Rita Sberna: «Chi meglio della Madonna può insegnare a una donna a essere Madre? Credo che essere Madri è la cosa più bella che ci sia al mondo. E noi donne siamo immensamente fortunate a sperimentare la nascita e la crescita di una vita nel nostro grembo. L'errore di alcune madri a volte è quello di fare dei figli "una proprietà". I figli appartengono a Dio e ci vengono affidati da Lui, il compito dei genitori è semplicemente quello di educarli e crescerli dando loro degli insegnamenti sani. Credo che una madre dovrebbe confrontare il suo essere madre con quello di Maria e subito si accorgerebbe dove stanno i suoi errori. Maria è stata una Madre sensibile ma allo stesso tempo forte, è stata una Madre che ha donato il Figlio alla volontà di Dio Padre ed è stata dura anche per Lei accettare il destino di Gesù. Ma ha lasciato il figlio libero di proseguire la Sua strada. Impegniamoci a valorizzare il valore della maternità e a comprenderne la vera grandezza: solo cosí nascerà in noi il grande desiderio di essere delle madri come Maria» (Essere donne e madri come Maria, in Blasting News del 12 agosto 2014).
In questo senso, colei che è stata ed è madre tra le madri non può non essere percepita anche come madre delle madri, come ineffabile esempio e modello di umana maternità.