Sulla verginità di Maria
Maria di Nazaret è vergine perché è incorrotta, innocente e pura come Dio. Benché creatura come ognuno di noi, ha ricevuto questo grandissimo dono di Dio senza sprecarlo ma investendolo in modo eccellente. E’ bene sottolinearlo: ella è vergine non solo perché ha goduto dell’inaudito favore divino ma anche perché non ha mai ceduto alla tentazione di voltare le spalle a Dio nel corso di una vita travagliatissima e dolorosissima. E’ vergine nel fisico e nello spirito, perché Dio non poteva nascere da una materia corrotta e imperfetta e perché, con la grazia sovrannaturale ricevuta, avrebbe sempre esercitato limpidamente e generosamente la sua libertà, persino nei momenti più difficili e oscuri.
Ella è vergine anche in un altro senso. Una vergine infatti non può generare, soprattutto non può generare Dio tranne che per opera di Dio stesso. Quindi è stata vergine perché fosse chiaro che, salva facendo naturalmente la sua attiva e lodevolissima disponibilità a concepire Gesù nel suo grembo, quel concepimento avveniva solo per volontà ed opera dello spirito divino. Gli stessi pagani del suo tempo ne erano consapevoli, se è vero, come si tramanda, che essi dicessero: se una vergine partorisce genera un dio; se un dio si fa uomo nascerà da una vergine. Ella fu madre in quanto vergine, perché la teotókos non poteva non essere grandissima all’interno dell’infinita grandezza verginale di Dio e anche perché la Madre di Dio non sarebbe potuta diventare madre di noi tutti se non a condizione di essere riflesso purissimo dell’amore totalmente gratuito e disinteressato di Dio stesso.
Il primo essere umano ad essersi comunicato con Dio è proprio quella vergine, Maria, che lo ha ospitato nel suo grembo e ancor prima nel suo cuore. E, ancora oggi, ogni volta che i fedeli si avvicinano alla mensa eucaristica per ricevere il corpo e il sangue di nostro Signore, è lei che li accompagna benevolmente verso le specie eucaristiche pregando il Figlio di operare in ognuno di loro la necessaria trasformazione spirituale. Maria è perciò madre eucaristica, madre dell’eucaristia e di tutte le grazie che ne discendono. Maria ha fatto sí, magnificando il suo Signore e rendendogli grazie in modo sublime, che Dio, secondo la profezia di Isaia (Is 7, 14 e Mt 1, 23 in “Bibbia di Gerusalemme”), scendesse dal cielo sulla terra e si mostrasse come l’Emmanuele, cioè come il Dio-con-noi, il Dio che ci accompagna da vicino e non da lontano durante il nostro cammino terreno e che vuole prendersi cura di noi e restare con noi oltre la morte, per l’eternità.
La Vergine Maria è allora all’origine della nuova creazione compiuta da Dio in e per mezzo di Cristo, del radicale rinnovamento di tutte le cose e di tutti gli spiriti, della totale e perfetta riconciliazione di tutte le creature e dell’universo intero con il loro creatore e salvatore; ella è all’origine e porta d’ingresso di quella stessa condizione paradisiaca cui l’umanità è stata destinata ab aeterno da Dio.