L'antitesi Eva-Maria nel Medioevo
Nel Medioevo l’opposizione tra Eva e Maria non è ancora cosí netta ed esasperata come lo sarebbe stata dopo il Medioevo, perché in realtà, e già prima di quest’epoca, la figura di Eva era utilizzata come immagine simbolica della stessa Chiesa, per cui essa non poteva essere percepita in un’accezione esclusivamente negativa.
Gli uomini del Medioevo, che concepivano la Chiesa come una persona, vedevano in essa, simbolizzata appunto da Eva, la madre dei viventi e della vita anche se soggetta al peccato e alla morte perché partecipe del peccato originale.
Eva quindi, e non Maria, fu la prima prefigurazione storica della Chiesa, nel senso che la cristianità è diretta da un’istituzione di origine divina ma, al tempo stesso, come Eva, istituzione umana, non esente dal peccato e da errori, e quindi sostanzialmente fallibile, salvo poi a non essere aiutata a porre rimedio ai suoi possibili errori dall’azione permanente dello Spirito Santo.
Perciò, la religiosità medievale non aveva di Eva un’immagine negativa, cosí come non aveva un’immagine negativa di una delle figure di donna più belle dei vangeli, ovvero quella di Maria Maddalena, il cui culto sarebbe esploso alla fine del Medioevo, secondo quanto ha dimostrato in modo molto particolareggiato lo storico francese Georges Duby.
Certo, Maria Maddalena è una creatura complessa, peccatrice ma al tempo stesso divorata dal rimorso e sinceramente pentita dei gravi peccati commessi. Ella appare capace di ripensare se stessa e di convertirsi a Dio in Cristo, che probabilmente è l’atto mancante nel comportamento di Eva come in quello dello stesso Adamo.
Tuttavia, la Maddalena, più prossima ad Eva che a Maria di Nazaret, essendo stata quest’ultima preservata ab aeterno dal peccato originale e destinata ad essere e rimanere immacolata nel tempo e nell’eternità, rimase molto vicina alla sensibilità della Chiesa medievale proprio per quella sua natura fragile che la esponeva al peccato e al tempo stesso sinceramente bisognosa del perdono e della grazia divina.
E’ significativo, peraltro, che ai piedi della Croce, insieme a Giovanni e a qualche donna verosimilmente legata a Maria nazarena da rapporti di parentela, si trovino insieme, una accanto all’altra, la Madre di Gesù e la Maddalena, vale a dire la nuova Eva e la vecchia Eva totalmente rinata e rigeneratasi in Cristo.
Se Maria di Nazaret era la donna perfetta e prediletta da Dio, Maria di Magdala era la donna peccatrice ma ancora capace, in virtù della grazia salvifica di Cristo, di innalzarsi verso la perfezione spirituale della Theotókos e, in quanto tale, apprezzata ed amata da Gesù quasi come la sua santissima Madre.
E, appunto per questo, per molto tempo, e prima dell’avvento storico della Chiesa controriformistica del ’500, l’antitesi tra Maria di Nazaret e Maria di Magdala, riflesso quest’ultima di Eva peccatrice e di Maria Immacolata, di Eva peccatrice protesa verso l’immacolata purezza della nostra Madre celeste, non fu particolarmente netta ed esasperata, a differenza di quanto invece, a ragione o a torto, sarebbe accaduto nei secoli successivi almeno fino alla metà del secolo ventesimo.