Mai professionisti*

Scritto da Arkadiy Shat on . Postato in Compagni di viaggio, articoli e studi

 

Esiste un rischio ricorrente di snaturare il comandamento della carità. La carità della Chiesa è una professione o una forma di vita del cristiano? Nel Vangelo, Gesù parla di due comandamenti principali. Il primo comandamento riguarda l’amore a Dio, il secondo, simile al primo, invita ad amare il prossimo. «Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti», dice Gesù (Matteo, 22, 40). L’amore per il prossimo, di cui parla Gesù, ci viene spiegato nella parabola del buon samaritano (Luca, 10, 29-37).

Sappiamo che molti cristiani seguono questo esempio nella loro vita di tanto in tanto, manifestando una compassione attiva verso i parenti, i conoscenti e talvolta anche con le persone che incontrano. Altri invece organizzano un servizio professionale ai poveri, agli ammalati e agli oppressi, lo fanno diventare la loro professione, talvolta raggiungendo un alto grado di efficienza e professionalità.

Oggi nella Chiesa ortodossa russa, soltanto nel territorio della Russia, sono attivi più di 2.900 progetti e iniziative sociali, tra cui più di 40 ricoveri per anziani, 62 centri di riabilitazione per tossicodipendenti, 18 ricoveri per donne incinte o madri con bambini con condizioni di vita difficili, 90 orfanotrofi per bambini rimasti orfani o abbandonati dai genitori, 61 ricoveri per senzatetto. È evidente che la professionalità è un bene. Per trattare le piaghe da decubito o spostare un malato nel letto, bisogna innanzitutto imparare a farlo, altrimenti lo zelo può soltanto causare dei danni. Gli assistenti sociali, le suore della Misericordia, coloro che coordinano i lavori dei volontari, coloro che gestiscono i progetti, devono innanzitutto ricevere un’istruzione adeguata e fare un tirocinio per poter acquisire un’esperienza adeguata.

Tuttavia, io ho visto arrivare molte volte persone piene di entusiasmo per lavorare nei progetti sociali della Chiesa, per prendersi cura degli altri, che, una volta diventate professioniste del settore, insieme alle competenze acquistano anche il cinismo, la durezza e la freddezza del cuore.

* Pubblicato in "L'Osservatore Romano" del 31 ottobre 2015