L'esempio di Gesù

Scritto da San Giovanni Crisostomo on . Postato in Compagni di viaggio, articoli e studi

 

Che cosa dà valore alla nostra vita? Forse il far miracoli, oppure il mantenere un ottimo e perfetto comportamento? Certamente l`avere una condotta perfetta, da cui traggono occasione anche i miracoli che in essa hanno il loro fine. La santità della vita attira su di noi il dono divino di compiere azioni miracolose: e chi lo riceve ne è arricchito soltanto per convertire gli altri. Anche Cristo ha compiuto i miracoli per attirare a sé gli uomini, mediante la stima e l`ammirazione ch`essi gli procuravano, e per introdurre la virtù nella vita umana. E` questo lo scopo che Gesú con gran zelo si è proposto. Ma non gli bastavano i prodigi: difatti accompagnò i miracoli con la minaccia dell`inferno e con la promessa del regno; diede leggi nuove, meravigliose e sublimi e tutto operò allo scopo di renderci uguali agli angeli.

Ma che dico? Se qualcuno vi desse il potere di risuscitare i morti nel nome di Gesú, oppure di morire per lui, quale di questi due favori scegliereste? Senza dubbio, il secondo. L`uno è miracolo, mentre l`altro è opera. Se, del pari, vi si offrisse la facoltà di cambiare in oro tutta l`erba di questo mondo, oppure la grazia di disprezzare tutto l`oro del mondo come fosse erba, non preferireste forse quest`ultima cosa? E la scelta sarebbe certamente giusta, poiché il disprezzo delle ricchezze può, sopra ogni altra cosa, conquistare e attirare gli uomini. Difatti se essi vedessero l`erba tramutata in oro, desidererebbero avere anche loro quella facoltà, come accadde a Simon Mago, e la loro brama di ricchezza aumenterebbe ancor piú. Se invece ci vedessero calpestare e disprezzare il denaro come erba, già da tempo sarebbero guariti da questa malattia ch`è l`avarizia. Vedete, dunque, che niente giova di piú agli uomini quanto la vita. E intendo non digiunare o stendere per terra il sacco e spargervi sopra la cenere, ma disprezzare realmente

Che cosa dà valore alla nostra vita? Forse il far miracoli, oppure il mantenere un ottimo e perfetto comportamento? Certamente l`avere una condotta perfetta, da cui traggono occasione anche i miracoli che in essa hanno il loro fine. La santità della vita attira su di noi il dono divino di compiere azioni miracolose: e chi lo riceve ne è arricchito soltanto per convertire gli altri. Anche Cristo ha compiuto i miracoli per attirare a sé gli uomini, mediante la stima e l`ammirazione ch`essi gli procuravano, e per introdurre la virtù nella vita umana. E` questo lo scopo che Gesú con gran zelo si è proposto. Ma non gli bastavano i prodigi: difatti accompagnò i miracoli con la minaccia dell`inferno e con la promessa del regno; diede leggi nuove, meravigliose e sublimi e tutto operò allo scopo di renderci uguali agli angeli.

Ma che dico? Se qualcuno vi desse il potere di risuscitare i morti nel nome di Gesú, oppure di morire per lui, quale di questi due favori scegliereste? Senza dubbio, il secondo. L`uno è miracolo, mentre l`altro è opera. Se, del pari, vi si offrisse la facoltà di cambiare in oro tutta l`erba di questo mondo, oppure la grazia di disprezzare tutto l`oro del mondo come fosse erba, non preferireste forse quest`ultima cosa? E la scelta sarebbe certamente giusta, poiché il disprezzo delle ricchezze può, sopra ogni altra cosa, conquistare e attirare gli uomini. Difatti se essi vedessero l`erba tramutata in oro, desidererebbero avere anche loro quella facoltà, come accadde a Simon Mago, e la loro brama di ricchezza aumenterebbe ancor piú. Se invece ci vedessero calpestare e disprezzare il denaro come erba, già da tempo sarebbero guariti da questa malattia ch`è l`avarizia. Vedete, dunque, che niente giova di piú agli uomini quanto la vita. E intendo non digiunare o stendere per terra il sacco e spargervi sopra la cenere, ma disprezzare realmente e concretamente le ricchezze, amare tutti gli uomini, dare il pane al povero dominare l`ira, eliminare la vanità e l`ambizione, soffocare ogni sentimento di invidia.

Questi sono gli insegnamenti che Gesú stesso ha dato, dicendo: "Imparate da me che sono mite e umile di cuore" (Mt 11,29). Non invita a imparare da lui a digiunare, anche se potrebbe ricordare i quaranta giorni di digiuno da lui fatti, ma anziché esigere questo, egli vuole che imitiamo la sua mansuetudine e la sua umiltà. Quando invia i suoi apostoli a predicare, non dice loro di digiunare, ma di mangiare tutto quanto verrà loro offerto (cf. Lc 10,8). Per quanto concerne però il denaro, vieta loro espressamente di portarne con sé, ordinando di non possedere né oro, né argento, né alcun`altra moneta nelle loro borse (cf. Mt 10,9; Lc 10,4). Io vi dico questo, non perché biasimi il digiuno: Dio mi guardi da simile pensiero; anzi l`apprezzo moltissimo. Ma mi addoloro nel vedere che voi trascurare le altre virtù, pensando che basti digiunare per essere salvi, mentre il digiuno, fra tutte le virtù, occupa l`ultimo postoLe virtù piú eccelse sono la carità, l`umiltà, la misericordia, che precedono e superano anche la verginità.

Sta di fatto che, se voi volete divenire uguali agli apostoli, niente ve lo impedisce. Basta soltanto praticare queste virtù e non essere in nulla inferiori a loro.

(Giovanni Crisostomo, In Matth. 46, 4)