Con Maria verso Dio

Scritto da Sabrina Gamberini on .

 

Non c’è nessuno che possa traghettarci verso Dio e la sua grazia più di Maria. Non c’è sacerdote, non c’è direttore spirituale, non ci sono trattati di spiritualità né sussidi ed esercizi spirituali di qualunque genere che possano favorire il viaggio dell’anima verso Dio più di quanto possa Maria. Del combattimento spirituale, che ognuno di noi è chiamato a sostenere nel corso della sua vita ordinaria e nei momenti più difficili di essa per elevarsi verso il cielo, l’alleato più prezioso è certamente Maria; perché è vero che per fronteggiare il male e il male stesso che è in noi si possono seguire molti metodi, si può fare uso costantemente della preghiera sforzandosi di evitare occasioni di peccato e anche di futile passatempo e ci si deve accostare frequentemente ai sacramenti, ma c’è sempre il rischio che tutto ciò diventi routine, abitudine, consuetudine e insomma qualcosa per la cui reale validità spirituale siamo come sprovvisti di garanzia.

In chi se non in Maria si può trovare la garanzia vivente che quello che facciamo oggi è più giusto di quel che facevamo ieri, che il nostro odierno comportamento è più umile e più produttivo di quello precedentemente assunto e che tuttavia possiamo e dobbiamo fare ancora molto per corrispondere adeguatamente alla volontà di Dio? E’ soprattutto nel nostro dialogo con la persona reale di Maria, con la donna Maria, con la madre Maria, con la regina Maria, che noi possiamo davvero percepire il grado della nostra spiritualità o del nostro progresso spirituale, che noi senza né abbattimenti né eccessive illusioni possiamo sentirci spingere verso Gesù e la sua grazia.

Ma a questo, a questa convinzione si giunge non attraverso complicati ragionamenti teologici bensí attraverso la prudente ma sincera accoglienza di quell’esperienza devozionale di popolo la quale, nelle sue forme meno contaminate da superstizione e frenesia ritualistica, da molti secoli a questa parte ha saggiamente scoperto che la madre di Dio rappresenta il rifugio dei peccatori, il porto dove trovare riparo e conforto, la fiducia di poter guardare in avanti nonostante tanti limiti e senza che un’eccessiva trepidazione circa la nostra dignità dinanzi a Dio paralizzi il nostro slancio verso il meglio. Tutti i contemplativi, che in linea di massima conducono una vita spirituale più ordinata e meno convulsa dei comuni credenti, anche quando non lo scrivono esplicitamente, fanno capire anch’essi che per seguire Gesù non c’è sostegno migliore di Maria.

E’ vero che Maria ha avuto con sé Dio, ha avuto con sé Cristo e lo Spirito Santo, ma è anche vero che Dio e Cristo, in virtù della loro misteriosa relazione d’amore, della loro interna dinamica spirituale, si sono messi volontariamente nella condizione di aver bisogno di Maria, della sua tenerezza, della sua forza d’animo, della sua lealtà, tanto che alla fine lei e lo Spirito Santo di Dio, pur rimanendo distinti, sono come interscambiabili: dove è Maria è lo Spirito e dov’è lo Spirito, pur evidentemente superiore a Maria, non può non esserci Maria. Maria è la Donna dello Spirito, cosí com’è da sempre la Donna di Dio, la Donna di Cristo, la Donna per eccellenza dell’umanità oltre che naturalmente la Donna più benedetta tra tutte le donne. Se lei chiama lo Spirito, lo Spirito viene; se lei vuole che lo Spirito scenda sui cuori affranti degli uomini, lo Spirito scende e opera concretamente, se lei chiede che lo Spirito scenda sulla storia umana a correggerne storture e deviazioni eccessive lo Spirito accoglie prontamente la sua preghiera perché Maria è divina senza essere Dio ed è sommamente santa senza essere tre volte santa come Dio. Dio è tutto di Maria, senza riserve e senza condizioni, perché Maria senza riserve e senza condizioni è stata ed è e sarà sempre tutta di Dio. Gesù, che sulla croce ha dovuto fare persino l’esperienza dell’abbandono apparente del Padre, non si sentí mai del tutto solo in quell’ora di insopportabile agonia, perché sotto la croce c’era Maria, sotto la croce vedeva Maria: colei che l’aveva aiutato a nascere, adesso lo aiutava anche a morire.   

Ne segue che se noi ci affidiamo col cuore, senza riserve e senza condizioni, all’amore di questa donna reale, concreta, umana, non solo le nostre preghiere e l’assiduo rapporto con i sacramenti saranno sicuramente sincere ma possiamo imparare poco per volta a comportarci come figli suoi che da lei in quanto tali non possono essere separati, insieme a lei possiamo accogliere nella nostra vita il divino che è inseparabile da lei, insieme a lei con Gesù e come Gesù possiamo imparare a morire a questo mondo e a questa vita per rinascere con Gesù e come Gesù alla vita del mondo che verrà. Maria è una di noi che, prima dall’alto dei cieli e poi dall’alto di quella croce, ha ottenuto da Dio la grazia e il potere di portarci a Dio stesso in Cristo. Questo non è scritto esplicitamente nei vangeli, ma rientra in quelle cose che a suo tempo Gesù non potè rivelare e che tuttavia strada facendo sarebbe stato possibile comprendere in virtù dell’opera svolta da quello Spirito di verità che «mi glorificherà perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà» (Gv 16, 13-14).

Specialmente quando ci vedrà provati, esausti, e ormai incapaci di chiedere aiuto, Maria rivedrà nelle nostre sofferenze e nel nostro sguardo agonizzante di peccatori le sofferenze e lo sguardo agonizzante del figlio suo divino e salvatore: e se, come il figlio morente e confortato dal vederla ai piedi della croce, non cesseremo sino alla fine di guardarla e di sentirla madre nostra, alla quale non si possono nascondere né i propri peccati né le proprie speranze, lei troverà il modo di portarci sulla via del cielo e di farci sperimentare l’eterno sorriso di Dio.