E' crollato un mondo*

Scritto da Corrado Gnerre.

In merito a ciò che sta accadendo e a come “cattolicamente” bisogna interpretare ciò che sta accadendo è opportuno partire dal rapporto tra Provvidenza e Storia umana. Rapporto che richiama l’essenza di quella disciplina molto importante, ma -ahinoi- assai dimenticata qual è la Teologia della Storia.

La Teologia della Storia ci dice che la Storia è una sorta di campo di battaglia tra il Bene e il Male, tra l’azione della Provvidenza e l’azione di una sorta di Anti-Provvidenza, qual è la presenza del Demonio. Il padre della Teologia della Storia è sant’Agostino, il quale, con la sua famosa opera De Civitate Dei, dice appunto che due ideali “città” si fronteggiano nella Storia, la Città di Dio (il Bene) e la Città dell’Uomo (il Male). Questa concezione agostiniana costituì al tempo una significativa novità, esito a sua volta di un’altra novità, quella cristiana, in merito alla libertà umana. Infatti, nella concezione pagana, l’uomo non figurava come essere libero nella Storia, anzi la Storia stessa di fatto non esisteva. L’uomo veniva inteso come una sorta di “burattino” vittima del capriccio degli Dei e del Fato. La stessa definizione di persona veniva da “maschera dell’attore” per far capire che come l’attore s’illude di essere libero ma non fa altro che riprodurre sul palcoscenico un canovaccio che qualcun altro ha scritto per lui, così l’uomo s’illude di essere libero sul “palcoscenico” della Storia, ma in realtà è sempre vittima di qualcos’altro. Sant’Agostino, invece, dice sì che la Storia è lotta tra due forze che sovrastano l’uomo (Dio e il Demonio), ma che l’uomo stesso ha la libertà di decidere da quale parte stare, per quale “città” combattere. Da qui la sua libertà. E così la Storia diventa una risultante tra due componenti. Da una parte l’azione della Provvidenza, dall’altra la libera corrispondenza umana che può decidere tra il Bene e il Male. Un famoso pensatore cattolico del XIX secolo, Juan Donoso Cortes, così scrive: «La storia, considerata in generale, è la narrazione degli avvenimenti che manifestano i disegni di Dio sull’umanità e la loro realizzazione nel tempo, sia come intervento divino diretto e miracoloso, sia per mezzo della libertà dell’uomo». Questa premessa è importante per poter rispondere dalla questione da cui siamo partiti, ovvero da un punto di vista sanamente cattolico come ci si deve rapportare a ciò che sta accadendo in questi giorni, ovvero alla pandemia in atto?

A riguardo dominano fondamentalmente due posizioni.

La prima è quella tipica della teologia neomodernista contemporanea: Dio in ciò che sta accadendo non c’entra. Guai a pensare a castighi di sorta. Molti nella Chiesa si sono premurati a smentire qualsiasi ipotesi di “lezione” di Dio. Padre Raniero Cantalamessa nell’omelia del Venerdì Santoha detto così: «Se questi flagelli fossero castighi di Dio, non si spiegherebbe perché essi colpiscono ugualmente buoni e cattivi, e perché, di solito, sono i poveri a portarne le conseguenze maggiori».

La seconda posizione è quella che possiamo definire “complottista” nei casi più esagerati o,in quelli più soft, “cripto-complottistica”: ciò che sta accadendo è dovuto chissà a quale mano nascosta e chissà per quali fini. Posizione logicamente debole, perché non ci sembrano ci siano spiegazioni coerenti che possano spiegare tanto cause previe quanto sfruttamenti successivi a ciò che sta avvenendo. Per esempio, le terribili conseguenze economiche e finanziarie le stanno pagando tutti a “360 gradi”, facendo, per esempio, saltare qualsiasi interpretazione geopolitica. A riguardo però va detto un’altra cosa che è ancora più importante. Se ci si riflette queste due posizioni (neomodernista e complottista), pur essendo lontane fra loro nell’origine, sono perfettamente uguali negli esiti. Dio, infatti, sparisce tanto nella prima quanto nella seconda. La Provvidenza di Dio non c’è più. È dissolta la Storia come risultante dell’azione della Provvidenza e della libera corrispondenza umana.

C’è invece una terza posizione che ci sembra perfettamente coerente con l’autentica Teologia cattolica della Storia. È quella di ritenere possibile anche l’eventuale complotto e azione di forze occulte, ma che è dovere primario di onestà intellettuale non solo trattare tutto questo come semplice ipotesi, ma anche evidenziare ciò di cui si ha unica certezza, ovvero il fatto che ciò che sta avvenendo, sta avvenendo perché Dio lo sta permettendo. E se Dio sta permettendo, significa che tutto si configura anche come castigo.

Il Cristianesimo è sano realismo, e realisticamente non ci vuole molto a capire che nel giro di pochissimo è cambiato tutto. È imploso un mondo certamente non conforme alla Verità Cattolica. Un mondo che con ogni probabilità tornerà come prima perché non sempre l’uomo è capace di capire e far tesoro delle “lezioni” della Provvidenza, ma che allo stato attuale è cambiato.

Nel giro di un paio di mesi sono crollati tanti “miti”. Dalle piazze in cui l’emblema era quello di sentirsi stretti-stretti (il movimento delle Sardine), si è passati all’obbligo delle distanze gli uni dagli altri. Dalla disinibizione di baciarsi dinanzi a tutti o con chiunque (i baci omosessuali del Festival di Sanremo), si è passati all’auspicio di non incontrarsi fisicamente: bandite finanche le strette di mano! Dal che bello la globalizzazione e un mondo-nazione senza confini, si è passati all’auspicio che tutti rimangano nei propri Paesi e perfino nelle proprie case. Dal mantra ossessivo dei porti aperti, si è passati all’auspicio che i porti vengano chiusi per evitare l’arrivo di possibili contagiati.

Dalla preoccupazione “gretina” di salvare la natura, si è passati all’auspicio di salvarsi dalla natura (il Covid-19 è natura!)Dall’ideologia di emancipare quanto più presto i bambini dalla famiglia (asili obbligatori), si è passati all’auspicio di far restare i bambini quanto più tempo a casa. Dall’impegno di bandire quanto più possibile la plastica, si è passati all’auspicio che s’intensifichi quanto più la produzione di materiale plastico per fabbricare mascherine e respiratori. Dalla paura dell’innalzamento climatico come spauracchio dell’inquinamento climatico antropico, si è passati all’auspicio che il caldo arrivi quanto prima con la speranza che inibisca la forza del virus. Dal mito dei genitori entrambi in carriera, si è passati all’auspicio di ottenere dal governo sussidi economici perché almeno un genitore possa rimanere a casa per accudire i figli privati della scuola.

Insomma, come dicevamo, è crollato un “mondo”. 

 

* Pubblicato in "Corrispondenza Romana" del 29 aprile 2020