Il papa e la Grande Madre Russia
I padri della grande Madre Russia, sotto l’egida politica di Mosca, sono zar come Ivan il Terribile, Pietro il Grande, Caterina II, tutte figure politiche in parte illuminate, in parte crudeli e sanguinarie non solo verso i popoli vinti e assoggettati ma anche verso i ceti sociali inferiori a quello autocratico russo e a quello aristocratico e militare, e soprattutto animate da una reiterata e incontrollata volontà di potenza che li avrebbe portati ad unificare con la forza tutti i popoli scaturiti dalla decomposizione dell’impero mongolo, sotto il cui giogo sia Mosca che altri grandi principati russi erano rimasti tra il XIII e il XV secolo e di cui avrebbero ereditato il senso politico e burocratico dello Stato, e successivamente dalla disgregazione dell’impero bizantino da cui la cultura russa avrebbe ereditato la spiritualità e il credo cristiano. Quindi, la grande maternità della Russia si riferisce al fatto che da essa sarebbe nato, di fatto, un grande e potente impero costituito da tutti i popoli e le unità etniche volta per volta conquistati con guerre devastanti e tuttavia mai volontariamente disposti a rinunciare alle proprie identità nazionali. Anzi, molti di questi popoli sottomessi avrebbero a loro volta avvertito la stessa spinta espansionistica dei russi cui si sarebbero sempre opposti con grande fierezza, tanto da dar luogo ad un analogo mito fondante con relative denominazioni di Grande Ucraina, Grande Polonia, Grande Cecenia, Grande Ossezia e via dicendo.
Ma la grande maternità russa sarebbe venuta esprimendo il volersi prender cura a tutti i costi di tutti i popoli fratelli, nati dalla stessa madre anche se non per effetto di un sentimento di amore ma per pura avidità e brama di possesso. La Russia sarebbe madre così affettuosa e premurosa verso i suoi figli messi al mondo con la violenza non del forcipe ma delle armi assassine, da non essere mai riuscita a contenere, attraverso i secoli, la bestiale paternità di soggetti politici sempre autoritari, aggressivi, rapaci, indifferenti alla libertà morale e civile del loro popolo, al senso di giustizia ed equanimità verso altri popoli, ad uno spirito fraterno di pace e cooperazione con cui le relazioni con tutte le popolazioni euroasiatiche, prima che con l’Unione Europea, possano risultare più convenienti e proficui per tutti. Quando la madre Russia potrà ritrovarsi unita ad una paternità non più votata ad esercitare sui figli un dominio dispotico e sanguinario ma unicamente preoccupata ad assicurare loro un futuro di libertà e prosperità?
Il nostro, il mio papa, Francesco, si è voluto ieri cimentare in dichiarazioni molto avventate sul mito della Grande Madre Russia, come se potesse esistere una patria priva di un grande e vero spirito di maternità verso figli nati dall’amore e non dall’odio e dalla sopraffazione. Anche il papa dovrebbe occuparsi solo di cose che conosce o che ha ben assimilato, sebbene su qualunque argomento, senza il soccorso dello Spirito Santo, persino il più autorevole degli uomini rischia di deludere le aspettative di un mondo bisognoso di vera e non ostentata umanità.